[galleries] iXem @ Superfici Sonore #3

Faculty of Architecture, Florence (I), 25-27.06.2003

 

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Parole dopo Firenze di Hue

Mi trovo in ufficio circondato dai colleghi che raccontano la meravigliosa esperienza del matrimonio della cara amica a cui non sono andato per essere invece a Superfici Sonore. Dio solo sa quanto sono contento della scelta che ho fatto. Fanculo i matrimoni.
Cercherò di mettere i Placebo a tutto volume in cuffia per riuscire ad isolarmi un po' e scrivere qualcosa su Superfici Sonore, pensieri sparsi su come l'ho vista, ascoltata e vissuta io.

Troverete certamente più parole buone che cattive, come al solito sono un po' melenso, l'odio lo riservo alle comunicazioni private e alle azioni.

Sì, i Placebo, avete capito bene.

Martedì 24

_Prima c'è il viaggio, all'inizio col placido Giuseppe che mi fa scoprire gli Xiu Xiu e con Renato che mi racconta la sua invidiabile carriera nel mondo dei suoni e della musica, e del paesino di 11 anime in cui oggi vive.

_L'arrivo a Firenze: sento odore di birra digerita... dalla strada riconosco un omone con una birra in mano. E' lui, la meraviglia di OiS e poi di iXem, la sindrome di Stoccolma che tutti noi abbiamo, il Sigurtà. Poi riconosco Andrea Marutti, e mi sento già a casa. Avanza però verso di noi una piccola orda di persone sudaticce e dagli sguardi curiosi... una mezza dozzina e più di musicisti iXemIANI... fanno quasi paura. Finalmente conosco il tanto citato Valerio Tricoli, due occhi laser che per il momento non riesco a collegare ai messaggi sul forum. Ci sono anche due ragazzi che portano a spasso i cani... Andrea mi fa: "Ecco Paolo" "Ah, sì..." rispondo. Non ho ancora capito un cazzo. "E' Paolo! Paolo dei Logoplasm". Gesù: come presentare Robbie Williams a una ragazzina arrapata. Ancora un po' e svengo, ma fingo autocontrollo e stringo la mano prima a lui poi a Laura, mentre i cani mi salutano strofinando il proprio naso umido sui miei maroni e dandomi una scusa per abbassare gli occhi, che quelli di Laura mi fanno più effetto di quelli di Valerio.

_A questo seguono sei ore passate sul Lungarno in mezzo a centinaia di persone sconosciute che transitano per una (fottutissima e per me detestabile) festa Fiorentina. Mi concentro sulle facce delle persone che leggo da mesi sui forum, non so più con chi parlare, inseguo compagnie e voci, un panino alla salsiccia che mi tornerà a gola fino alle 4 di mattina, e osservo i cani dei Logoplasm, invidiandone la placida calma [rcf: hai davvero detto una gran frase "sono quel che vorrei essere io nella prossima vita"].

_Arriva (etre), 'mbriaco da fare impressione, non si sa dove abbia fatto rifornimento, faccio un po' fatica ad attaccare un discorso con lui, fuggo un po' impaurito, poi i giorni mi permetteranno di cambiare idea [nonché la mail che spedirà sul forum].

_Scopro che i Talk Show Host sono davvero giovani, e all'inizio mi chiedo cosa ci faranno dei ragazzi così in mezzo a noi per tre giorni, per poi scoprire che sono infinitamente simpatici e in gamba. Grazie a loro potrò poi suonare anch'io, e ancora non ci credo. [Stefano TSH mi darà coraggio stringendomi la mano prima del mio set "Vai Teo, fletti i muscoli!" E sono nel vuoto.] Enrico è il più giovanissimo iXemiano, e quel bastardo di Tricoli lo torchia da vero nonno, ma lui resiste e attende. Alla fine dei tre giorni avrà conquistato tutti, rivelandosi assieme a Corte e Stefano uno degli ascoltatori più interessati e rispettosi di tutti i concerti.
"A ccciodo!!!!!!"

_Chiacchiero con Claudio Rocchetti che mi parla di musica, di A.L.F., mi sembra di conoscerlo da anni, ha addosso più energia di un cucciolo di ghepardo. Accanto a lui il Sigurt ascolta e cita di tutto, una vera enciclopedia ambulante di associazioni assurde, una cultura accademico-trash che va dai Mr. Bungle a Cage, passando sopra e dentro qualunque spazzatura sonora e visiva esista. Ad oggi, l'unico vero fan di Der Einzige. Lo amo.

_Ogni tanto osservo Domenico che si guarda in giro: sarà il nonno di iXem, ma a tratti mi sembra più sperduto di me, contento e incuriosito da chi gli sta attorno. Ho un po' di reverenziale rispetto per lui, dopo la stretta di mano lascerò passare tre giorni prima di parlargli di nuovo, ma resto con mille cose che ancora vorrei domandargli e sapere. Quattro giorni sono stati pochi, cazzo!

_Col pensiero fisso sulle mie mutande, intrappolate nella borsa che ancora è nel baule di Guiseppi, mi guardo in giro e con Fabio cerco di capire come stracazzo potrò far ritorno a casa del gentilissimo Luciano che ci ospiterà, persona che non ho ancora visto. Sento che la possibilità di passare la notte sulle rive dell'Arno si fa concreta, mentre immagino la mia biancheria diventare oggetto di feticismi della banda di Ielasi & co... Ma ecco che arrivano i Supsonici, prima solo intravisti, e conosco la dolce Laura, alla quale sottopongo il problema, caricandola di un'ulteriore angoscia che non si meritava.

_Le cose si trascinano fino alle due circa, con un disperatissimo Lillo che tenta di spiegare a Salvatore la stada per ritrovare la propria macchina. Una battaglia persa in partenza. Il giorno dopo mi sorprenderò di vedere il buon (etre) ancora vivo e vegeto, per fortuna.

_Fabio ed io finiamo per essere accompagnati da Lillo con la macchina del Rocchetti da Luciano, dove mi aspetta una notte caldissima, rumorosissima e pruriginosa. Alle 5:30 mando un fine messaggio teologico di sfogo ad Andrea Marutti, perché non ce la fo più davvero.

Mercoledì 25

_Ore 10:00 di mercoledì: un Selvafiorita più gaio e riposato che mai mi sveglia timidamente presentandomi il padrone di casa, al quale rivolgo una sorta di rantolo soffocato, da fare invidia ad Olla. Semivivo porto il mio corpo in bagno, dove una solenne cagata e una doccia scomoda mi restituiscono il solito aspetto da ragazzino ritardato troppo cresciuto.

_Attraversiamo Firenze sul bus numero 6, vedendo monumenti a raffica e gente di ogni nazione, mi sembra di essere in uno di quei tour su autobus, manca solo la guida con microfono. Arrivati in facoltà, troviamo subito Sigurtà, e già mi sento meglio. Facciamo colazione nel bar dell'università, un posto fichissimo pieno di CD di downtempo, lounge, elettronica leggera: sono già contento, so che troverò un posto dove rifugiarmi quando drones e larsen mi avranno stancato.

_Raggiungo la sala dell'A-Team, dò un'occhiata in giro, poi nell'aula meeting, infine in aula 9, dove si terranno i concerti serali. Lì resto bloccato per un paio d'ore, e assieme al Sigurt sposto banchi seminudo attraverso un'aula in cui si sta tenendo un esame. I poveri studenti mi guardano torvo, le studentesse mi evitano come la peste, coperto di sudore come sono.
Da questo momento in poi i ricordi si fanno confusi, le cose si addensano, ricordo cavi da spostare, bandierine da segnare, un caldo della Madonna, l'aula 18 dell'A-Team che man mano prende forma, i teli in mezzo, le casse intorno, Valerio che fa i soundcheck e cerca di trovare un posto per tutti.

_A un certo punto inizia un dibattito, non ricordo più a che ora, né di che si discuteva... so che si arriva ad incaricare Pierpaolo Leo e due terzi degli S.Talker Inc di costruire un sistema in ASP per l'aggiornamento del sito. Lo stordimento dilaga in me, ma prima o poi arriva l'ora del pranzo e Franco, un uomo incredibile, a cui affiderei anche l'organizzazione delle mie vacanze, se non della mia vita intera, ci rifornisce di buoni pasto. Fantastica la sensazione di andare al bar, esibire quelle strisce di carta e mangiare gratis. Per scherzo dico a Sigurtà che è la prima volta in vita mia che mi sento importante, una ragazza mi sente e mi chiede perché. E' una delle innumerevoli ***** che sciabattano in infradito per la facoltà, stordendomi e procurandomi il torcicollo. Per un attimo dimentico la timidezza e mi lancio in un numero degno di Eddie Murphy millantando le mie doti di musicista ed invitando la Venere in questione ai concerti di pomeriggio e sera. Mi ascolta, mi seduce in due secondi, si mostra interessata e simpatica, dice di essere contenta, di non vedere l'ora di questi meravigliosi happening, mi chiede quando suono io, alla fine mi saluta con un seducente "A dopo allora!".
Mai più vista.

_Andato a buca il mio sinora unico tentativo di approccio al sesso femminile, decido di dedicarmi alla musica (è la storia della mia vita). I concerti dell'A-Team iniziano con l'autoctono Kilroy (che in qualche maniera nel frattempo è riuscito assieme agli operosi SipSon a procurare il materiale per i live) ed (etre), che sfoggia un armamentario degno di un episodio di Star Trek. I due partono fortissimo, il volume è allucinante, i suoni pure, a volte vedo Kilroy basito, poi scoprirò che aveva problemi col PC e che il duetto si è rivelato per lui duro da sostenere.

_I set dell'A-Team continuano a ritmo serrato, di quel primo pomeriggio non dimenticherò mai il momento che più mi ha catturato, durante l'esibizione di Sciajno, Ielasi, Rocchetti, Rinaldi, Tricoli e Belfi (armato solo di un Marshalino e due bacchette microfonate, perché momentaneamente privo del materiale 'vero' per suonare). Quando la chitarra di Giuseppe mi porta in territori melodici Labradfordiani, e gli altri accompagnano il tutto con rumoretti discreti, dall'origine a volte indecifrabile senza l'aiuto della vista che ruota da un performer all'altro, Valerio disintegra a mazzate un laterizio usando un profilato di alluminio. Lo giuro, ho avuto la pelle d'oca e le lacrime agli occhi. Per me resta il più bel set di tutti. Grazie.

_I Laborintus, Claudio e Monica Sichel :-), ci regalano un set etnico-paradisiaco fatto di risatine, suoni rotolanti, scoppiettanti, allegri, divertenti e imprevedibili. Alla faccia di chi dice che "la musica elettroacustica/elettronica (per il più delle volte) evoca il nero" [un giorno ti mando un mio CD degli Human_Against_Hope, BJM, basta che non mi mandi il tuo in cambio ! (non ti offendere però :-)) ]

_Tra gli altri c'è anche Mauro Orselli, che con un'apparecchiatura minimale costruisce complesse architetture sonore, dal gusto molto teso, acuito dalla lenta e tesa danza della sua compagna. Scappo un po', mi rinchiudo in un angolo, non amo questo tipo arti così fisiche, ma colpisce il rapporto tra materiale usato ed effetto evocato. Notevole davvero.

_Comincio a tagliare corto (per quelli che hanno resistito a leggere fin qui) anche perché i ricordi e la memoria hanno dei buchi paurosi. [Dobbiamo assolutamente scrivere una bella lista dei set che ci sono stati nell'A-Team almeno chi ha suonato e quando]. Arriva la cena, un piattone di cous cous mi sazia, le birre calde molto meno, ma mi accontento senza problemi, incredulo di fronte alle cure che i SipSon ci riservano.

_La sera, ad aprire, ci sono i Talk Show Host, e fossi in loro mi cagherei in mano ad andare per primo, ma non sembrano particolarmente tesi, ed il loro concerto fila liscio come l'olio. In tre, vicini vicini che fanno tenerezza, buttano fuori suoni elettronici, immagini suggestive e (finalmente per me) ritmi anche ballabili. Solo Salvatore, oltre a me, sembra lasciarsi catturare dalla danza, e la cosa mi pare strana, ma si vede che davvero gli spettatori delle Superfici Sonore non sono gli stessi che accalcano sale di posti come il Link. Altri brividi mi colgono quando lo schermo (enorme, grandioso) mostra panni stesi che fluttuano al vento. Sono il solito romanticone del cazzo, ma i tre padovani mi hanno colpito bene. Se tutti i giovani di oggi fossero come loro, avrei fiducia nel futuro. Grandi.

_Segue Andrea Marutti. Sarei venuto anche solo per sentire lui. Se sono qui, alla fine, è soprattutto grazie all'Afeman, che tra l'altro ha preparato un banchetto da fare invidia agli stand del Jamming Festival. Si presenta col fido JD-800, un Laptop e un (credo) Korg, più mixer e altre piccole apparecchiature. Introduce i propri brani con cartelli creati ad hoc, e suona pezzi di varia provenienza dai sui numerosi progetti musicali, o che ne presentano tracce sparse: Spiral, Amon, Never Known e (8-), ossia lui stesso. Delle piante lo circondano, e sdrammatizzano una serie di brani che scorrono tesi e cupi, soprattutto all'inizio, ma che si chiudono con un episodio più solare e rilassante tratto, credo, dal repertorio della sigla Never Known, la mia preferita tra le facce di Andrea. Unica nota negativa: un indescrivibile coglione che va ad importunare l'Afeman nel mezzo di "Nona" per chiedergli se il suo concerto è tutto così o se almeno quelli dopo di lui fanno dance. Sono pronto a lanciarmi nella prima (pardon: seconda) rissa della mia vita, quando il cretino si allontana di sua sponte dopo un "non rompermi i coglioni" di Andrea.

_Dopo di lui, ecco la dance che tanto ambivano: Logoplasm. Non ho parole per descrivere il loro set e loro due. Al di là di alcune soglie di rumore potente e inebetente, la loro iprovissazione fatta di oggetti, tapes, CD, microfoni appoggiati ovunque, ma soprattutto sorrisi occhiate segnali movimenti che i due si scambiano, mi stende e mi piace. Splendido il commento di Valerio alla fine: "Tutti ci chiedevamo "ma checcazzo succede! ma checcazzo succede!". I Logoplasm sono unici. Paolo e Laura anche. Mi ci sono affezionato in un modo che non avevo previsto, non è facile pensare adesso che sono a Roma e che se ho voglia di vederli (e ne ho già ora), devo prepararmi ad un viaggio.

_Ultimi, gli S.Talker Inc. Nel pomeriggio è arrivato anche il terzo, un ragazzone con gli occhiali più trendy che abbia mai visto, lo propongo come uomo immagine di iXem, assieme a Domenico (sembra un attore holliwoodiano degli anni 50) e ad Enrico TSH (che se facesse musica più commerciale potrebbe ben figurare in una Boy Band!). Avendo adorato il loro brano sulla compilation, non vedo l'ora di godermi il live degli S.Talker Inc, che non mi delude, a parte un'acustica forse troppo distorta, che rende i suoni malinconici e melodici dei romani un po' troppo aggressivi, tanto è vero che verso le 0:00 arriva un ometto che gli intima di farla finita e ci ruba l'ultima canzone, che Sergio Caccamo mi assicura essere melodica e (porca troia) non presente sul CD che ci siamo appena scambiati. Cosa aspettate a fare un nuovo EP e mandarmelo?

_Tutto finito, per il primo giorno. Io e Fabio, che si porta appresso una telecamera da 18 Kg, ci guardiamo in giro come cani abbandonati in autostrada implorando un passaggio anche a chi è in bici. Alla fine Matteo di SipSon ci accompagna assieme ai Laborintus, salvandoci da una traversata chilometrica. Grazie.
La notte scorre di nuovo praticamente insonne.

Giovedì 26

_Mi sveglio nauseato. Lascio Fabio andare prima di me: dibattito o no, io non ce la faccio ad alzarmi. Faccio in tempo ad irritare la coinquilina di Luciano, che mi sbatte la porta in faccia dopo che (mi è parso di capire) si è incazzata perché sono rimasto troppo in bagno. Soddisfatto per essermi fatto un nuovo nemico, mi getto tra le strade di Firenze alla ricerca dell'autobus che ieri mi ha condotto alla facoltà. Arrivo a destinazione che tutti sono già impegnati nel meeting sugli argomenti spigolosi di iXem, e temo la strigliata di nonno Domenico, ma alla fine gli argomenti interessano pure a me e mi ritrovo, sorpreso, perfino a prendere la parola. Pian piano si giunge, con sorprendente pacatezza, a cercare di definire un metodo per mettere in luce a turno gli artisti di iXem con tanto di giuria, rotòri, rotàri, rotanti, trattori, roditori, eccetera.

_Tutto va a monte quando verso metà pomeriggio giungono Ielasi, Rinaldi e gli altri che non avevano potuto o voluto (non li biasimo, pure io odio le riunioni, però...) seguire il meeting. L'atmosfera si scalda, la parola 'giuria' innervosisce i più o meno anarchici, Adriano Zanni / Punck tenta con il suo meravigioso accento romagnolo di sdrammatizzare e stemperare le tensioni, ma non funziona. Ci provano anche gli S.Talker Inc, che sarà per i cannoni che si fanno, sarà perché hanno davvero un buon carattere, ma riescono sempre a restare sereni e calmi (li assolderò per calmare le riunioni di lavoro qui al Poli).

_Annoiato dalle polemiche (legittime in fondo) sorte, chiedo a Valerio se ha bisogno di una mano con l'A-Team, così mi stacco, ma più di tanto non riesco a fare, anche perché il soundcheck si riduce man mano a constatare che mancano un sacco di cose e che il tweeter di una cassa e il woofer di un'altra sono disperatamente andati. Anche in aula 18 l'atmosfera si scalda, compare una rete del letto appesa al soffitto e una sorta di affascinante arpa di rami d'albero realizzata da Laura Lovreglio. E' comparso pure il famigerato BJM, che ci propone un 'set', costituito da due sue composizioni pre-registrate, una con video. Cominciamo ad essere tutti stanchi, e io mi sto rompendo i coglioni anche di ascoltare larsen a manetta nonché rumori a volumi assurdi, così durante l'esibizione di Olla e BJM, che sotterrano i poveri Sichel's e i TSH, me ne vado. Devo ammettere che la performance vocale di Alessandro, come ho detto direttamente anche a lui, mi ha notevolmente impressionato (non che mi sia piaciuta, lo ammetto, mi spiace), ma certamente era davvero incredibile. E io che mi sentivo strano perché anni fa avevo rovinato un auricolare usandolo come microfono perché lo avevo messo in bocca!

_Arriva l'ora di cena, dal portico giungono delle urla, mi chiedo se Olla ci sta regalando un 'solo', ma scopro che è Valerio che in preda ad un attacco di rabbia sta mandando tutti a fare in culo perché sono due giorni che gli tocca ammazzarsi di fatica per l'A-Team. Lo capisco, ci sono 30 persone che devono/vogliono suonare, trovare uno spazio per tutti non è facile, ed ancora meno lo è procurare il materiale a quelli che non l'hanno portato. Tricoli è davvero stanco, fuori di sè, e la parlata sicula prende man mano il sopravvento, fino al punto in cui pure il Sigurtà si prende ingiuste accuse, al che si ribella e anche Valerio intuisce che sta un po' esagerando. Pian piano la cosa si placa, e quasi mi dispiace perché era abbastanza divertente.

_E' ora dei concerti serali: il primo oggi è Pier, il suo pezzo mi era piaciuto sulla compilation, ci aspettiamo grandi cose da lui, e lui ce le regala. L'ometto che si cela dietro la staripante personalità musicale di PPLeo si muove sicuro tra laptop, mixer, xilofono e altri aggeggi, mentre un gigantesco codice a barre si deforma composto seguendo passo passo i suoni emessi dai suoi strumenti. Per me, bellissimo. I ritmi ci sono, anche se non propriamente fatti di bassdrum e hi-hat, funzionano e spazzano via la noia di chi aveva bisogno di muoversi un po'. Certo, quando ha suonato al Link (mi ha raccontato), ancora un po' e lo linciavano, del resto la sua musica non ha nulla di scontato né "commerciale". Alla fine del set corro da lui per chiedergli come funzionava quella roba sullo schermo, e la risposta mi stende "E' fatta in Visual C++ [mi pare di ricordare] e si basa sulle ActiveX. E' bastato capire il meccanismo ed è venuta così". Sticazzi!

_Dopo di lui Luca & Luca. Fhievel è arrivato da poco, ma si è ambientato subito, nonostante tutti quei rompicoglioni (eh! eh!) che hanno fatto battute sul suo discreto tatuaggino ("ma davvero non hai paura di stufarti un giorno? no, dai, davvero?" :-)
Il set è accompagnato dal solito video di Manuele Cecconello, un signore coi controcoglioni che rende la rarefatta musica dei due (o del Sigurtà solo, in altre occasioni) ancora più evocativa.
La loro performance è curatissima, lenta, piuttosto cupa, ipnotica. Mi piace, ma devo proprio dire che per me la loro musica si adatta molto di più ad un ascolto intimo e raccolto, mi godo molto di più i loro CD che i live in mezzo a tanta gente ed al caldo. Si tratta di un mio modo di vivere queste cose, ma davvero tanto amo i CD quanto non mi sembra mai di godere a sufficenza i loro live, sebbene la concentrazione che li distingue sia un bello spettacolo da vedere.

_Tocca a due dei più celebri iXemiani: il programma recita "Domenico Sciajno / Giuseppe Ielasi, ospite Gabriella Cerritelli (danza)". La mia opinione è che quest'ultima abbia un po' rubato la scena alla musica dei due, con uno show che, complice anche la sua bellezza (perdonatemi ma sono un uomo con gli ormoni in mano), ha attratto i sensi degli spettatori sulle sue seducenti movenze, in effetti ben connesse con la musica ma a volte troppo, a mio avviso, ripeto, presenti sul resto. Sarà stato anche il caldo, ma dopo due battute con Adriano, ho abbandonato la sala, cominciando a cedere, e non me la sento di dire molto sulla musica del duo. Mi dispiace. So solo che dopo ho visto la gente contenta e più di tutti Geppe rilassato e sorridente come non mai, dal che deduco che le cose sono andate egregiamente.

_Tocca ora a Lucio Garau, assistito da due collaboratori di cui non conosco il nome. Il suo set, controllato dal fondo della sala, è certo meno impegnativo da seguire rispetto ad altre prove odierne. I suoni sono discreti, poco invadenti, e sebbene non mi sconvolgano, li apprezzo per la moderata pacatezza che mi comunicano. Il video invece (sarà che sono un grafico pignolo ed esigente) lo trovo cromaticamente poco gradevoli: colori primari accostati con un criterio che non colgo, simbologie 'forti' ed esplicite (su tutto un inquietante feto che rotola sullo schermo ed un cervello statico), misteriosi numeri che si susseguono. Ancora una volta, torno a dover dire "non è il mio genere".

_Fine del secondo giorno di concerti. Ci facciamo una bbira (come dice Laura :-) in un economico locale del centro (12.000 lire una piadina) e poi io e Fabio veniamo ospitati dalla LogoMobile per un tragitto verso casa intricato e pericoloso: Lillo dà precise indicazioni in merito a sensi unici da infilare rigorosamente contromano onde giungere a destinazione. Paolo lo prende in parola e ci facciamo un tour in contromano che mi pare di essere nell'episodio con Benigni di Taxisti di notte del grande Jarmusch.
La differenza è che io e il Selvafiorita arriviamo vivi e contenti per la compagnia (lui un po' meno, visto lo shampoo che Kira gli riserva per metà del tragitto).

_Terza notte semi-insonne per me, dio ****.

Venerdì 27, l'ultimo giorno

_Paradossale: più ci avviciniamo al presente, meno ricordo. Sarà colpa della voce di Brian Molko che mi rintrona da ore in repeat, o della roba di Kilroy, ma di Venerdì ho ricordi molto confusi.

_Ricordo che l'A-Team è orfano di Valerio, ormai troppo stanco per seguire il tutto, e così Paolo ed in parte io cerchiamo di fare qualcosa per far suonare tutti. Alla terza volta in cui (etre) mi guarda con gli occhi imploranti e preoccupati di un condannato a morte chiedendomi se può suonare presto, quando ci rendiamo conto che anche le ultime due casse sono andate e bisogna andare a prendere i monitor per suonare in aula 18, e quando i Mylicon/EN devono suonare e invece ci tocca aspettare che la riunione di là si concluda, capisco perché Valerio è sclerato.

_Alla fine con il mio lercio sudore e soprattutto grazie alla calma di Paolo, tutti trovano posto, perfino Elio Martusciello ed Graziano Lella/Arg, arrivati in mattinata. Due persone davvero stupende, e lo confermano i loro bellissimi messaggi sul forum, nonché di una umiltà unica. Ad iniziare sono i Mylicon/EN, con una performance audio/video di un impatto immenso, troppo per i miei gusti, gusti di uno che vuole vivere nel suo piccolo mondo. Le immagini dell'11 Settembre e delle assurde guerre che ne sono seguite, unite ai suoni elaborati e graffianti di Daniela, mi mettono alla prova, e sopraffatto dal caldo e dalla tensione di dover suonare poco dopo loro, sono costretto ad uscire e respirare. Mi spiace. Certo è che il loro lavoro è piaciuto tantissimo ai presenti, e gli applausi non finivano mai.

_Dopo di loro, Fhievel, (etre) e Domenico, che attacca eroicamente la strumentazione al volo e con gli altri regala un altra emozionante, aspra ma non troppo, performance A-Team. Io entro ed esco, fumo come non ho mai fumato (non fumo infatti), bevo acqua, racconto ai passanti che sto per suonare per la prima volta nella mia vita, e colpevolemente snobbo l'A-Team.

_Tocca a me (come Der Einzige, il mio più antico progetto - 1994).
Computer e software: Talk Show Host.
Campioni: molti raccolti da Punck, provenienti da tutta la popolazione iXem o quasi.
Masterizzazione in formato wav dei CD da cui ho recuperato i suoni: (etre).
Lettore CD: Logoplasm.
Incoraggiamento: metà della popolazione di iXem e di SupSon, in particolare Moax, Andrea Marutti e Laura SipSon, assolutamente adorabile.
Luca Sigurtà mi fa da guardia del corpo assieme ad Andrea, perché non amo avere gente intorno (ok: ho le mie psicosi pure io!).
Il mio set dura 18 minuti, durante i primi 15 tutto bene, negli ultimi tre FruityLoops, stremato dal dover girare sotto Win 98 tira le cuoia, e mi lascia da solo con la traccia su CD preparata sabato scorso. Va bene lo stesso, abbandono le manopoline del mixer di Daniele TSH, spasmodicamente strette per quasi 20', e mi rilasso pure io, nella speranza di aver rilassato, se non addormentato, gli spettatori. Credo di sì, anche perché ho intravisto Domenico che, sdraiato, si grattava la pancia bellamente e, vi giuro, per me resta una grande soddisfazione. Non scherzo.

_Dopo di me, Arg e Martusciello. Ringrazio iddio di averli preceduti e non seguiti, perché il loro è uno di quei set che non si scordano, ed avrei avuto paura a dover venire dopo di loro. E' un piacere anche solo vederli, concentrati e rilassati, adesso capisco perché sono così venerati. Anche loro suonano per poco più di un quarto d'ora, ma sembra un attimo, per la varietà dei suoni e delle atmosfere evocate. Da oggi, comicio a rendermi conto che la musica che da tempo definisco 'non del mio genere' sta cominciando ad piacermi, sempre di più. Dovevo vederla.
Li raggiungo, e ci scambiamo complimenti, non mi sembra vero. Grazie Elio, grazie davvero. Pure Domenico ha buone parole per me, e dopo questo devo un attimo uscire per tirare il fiato senò scoppio. Un bacetto di Moax, l'abbraccio di Laura e il sorriso di Fabio mi rilassano definitivamente.

_Alla fine tocca a Logoplasm, Sigurtà e Fhievel, Andrea Marutti e Giuseppe Ielasi, i quali continuano con l'opera di assestamento decongestionante, con crescendi sottili, pacatezza e quella pace che al terzo giorno delle ruvide superfici sonore tanti anelavano. Sedevo dietro al mixer, immobile, e solo una volta ho visto luci rosse accendersi. Un gran bel modo di chiudere l'A-Team.

_Ultima cena (Domenico toccati le palle :-)))) : Finalmente VINO in tavola. Non bevo alcool vero (solo birrette del cazzo) da più di dieci giorni per via di un ascesso gengivale che ancora non mi dà pace, e come vedo le bottiglie di rosso ho un moto interiore che solo Tom Waits potrebbe capire. Devo avere un aspetto poco rassicurante, nessuno mi si siede di fronte, poi finalmente due SupSoniche osano farlo e mi deliziano la vista mentre mangio un pappone nel quale riconosco sapori di nazioni sconosciute. Poco dopo mi prendo una pizza con i Logoplasm (giusto per avere poi il gusto di dire, quando saranno in TV su MTV, "Una volta ho mangiato una pizza con loro. E c'era anche Fhievel!").

_La facoltà è sempre più piena di gente, perdonatemi un commento prosaico ma c'è davvero tanta ****, tanto che ricordo rcf e Andrea Belfi in fase di rigetto da musica e con gli ormoni a mille, che vagano avanti indietro parlando di quant'è bello far l'amore per 5 ore di fila... altro che frc, Ciro ha bisogno di una buona dose di bromuro!

_Al di là di quello, questa sera sono cazzi perché apre un tranquillo e gentile padre di famiglia, simpatico da morire e gentilissimo, ma che fa una musica da far paura ai terroristi islamici: Punck. Adriano si siede in consolle vestito di una inadeguatissima e fantastica camicia hawaiana, che esaspera il contrasto con gli stridenti suoni emessi dal suo laptop incazzato. I filmati, semplici gif animate scaricate da internet e sparate in loop, fanno il loro dovere accentuando l'effetto dirompente della musica (molto meglio di quelle di Pavia, Adriano: sei cresciuto, davvero!).
Io so una cosa che solo pochi già sanno, quindi sono preparato a ciò che succederà. Punck me lo sono già beccato dal vivo, e aspetto con ansia il momento in cui arriva la traccia con il rapimento di Moro. "Cazzo, che pugno nello stomaco", mi dirà poi Stefano dei TSH. Quando il gigante di Ravenna si alza, lasciando nell'aria gli ultimi ossessivi ronzii, le facce degli astanti sono quelle di chi è adesso adesso arrivato sul piazzale di una strage appena avvenuta. Tutti zitti, a chiedersi mille cose. Io l'avevo detto che a tavola dovevamo tenerci leggeri, che la sera c'era Punck...

_Un filo di nylon sospeso nell'aria. Questa la musica di Andrea Belfi ed rcf, seduti uno di fronte all'altro, vicini, nella penombra, al centro della sala. Unici, davvero.

_Tricoli/Rocchetti/Rinaldi + Belfi e Stefano Pilia. Cinque diavoli rossi attorno ad una rete del letto appesa alla volta dell'aula, concentrati in un interminabile, sensuale crescendo di una mezz'ora che sarebbe potuta durare anni, al cui culmine Renato è corso al mixer per soffocare l'amplificazione e lasciarci in compagnia dei puri suoni di quel soave inferno. Figli di puttana, ancora adesso ho i brividi a ricordarvi, siete bravi, fottutamente bravi, ed avete una fottutissima immensa presenza scenica.

_Difficile suonare dopo un set del genere. Tocca ad (etre), con i suoi mille strumenti ed aggeggi, ma io - giuro - non gliela fo ppiù! Ho dato tutto quello che potevo dare, e me ne sto fuori al fresco, a chiacchierare sul prato con Laura Lovreglio e Adriano. Scusami Salvatore, ero cotto.

_Accanto a me e agli altri due si siede poi un personaggio unico: unico davvero, è l'unico vero fan di iXem (no, non sto parlando di Etero Genio, a lui veniamo dopo!). Un ragazzo de L'Aquila che è venuto apposta a sentirci e che si è seguito TUTTI i concerti. Sfido chiunque di voi, chiunque, a dire di aver fatto lo stesso (forse i TSH, che ho visto quasi sempre presenti, incredibili!). Beh, questo ragazzo si è sentito TUTTO, con dedizione e attenzione, una pazienza illimitata. Inutile dire che l'ultima sera era ubriaco fradicio e che a malapena distingueva l'alto dal basso, ma chi non si sarebbe ridotto così? E comunque massimo rispetto da parte mia ex-darkettone per la sua maglietta dei Bauhaus (mai bella come quelle di noi Afeboys, ma non si può entrare in competizione con la Afe).

_Fine dei concerti.

_Fine di tutto?

_Ci aspetta una lunga notte, iniziata nella facoltà, coi primi saluti ai TSH che vanno e che invitano tutti a delle sessioni A-Team nel garage di Corte (sett. prossima no, ma più avanti potete scommettere che ci vengo!). Si prosegue poi nel bar della sera prima (chissà che nel frattempo non abbiano abbassato i prezzi :-), dove finalmente ho occasione di parlare un po' con Domenico, che mi domanda chi mi è piaciuto di più e di meno, ma io non ho ancora riordinato le idee e le risposte sono fumose.

_Ci cacciano dal pub, e i SuperSupsonici ci conducono in un ameno parchetto, di quelli carini con l'erba nei prati, le altalene, i cavallucci e senza drogati (finché non arriviamo noi). Qui, tutti ormai rilassati ridiamo e ci prendiamo un bel po' per il culo a vicenda, con Michele che sparisce e torna con birre fresche (pazzesco! machemminchia è? un film?), Kilroy che ci rifornisce di interessantissime sostanze rendendoci molto allegri (Lillo rischia un colpo apoplettico dal ridere) e Laura Lovreglio che ci parla dei gesti inconsulti che compie in situazioni del genere, tipo rompere tazzine a caso o straparlare (cosa che appunto sta facendo) o picchiare gente a caso (e picchia me). nel frattempo Fabio si rivela l'uomo più simpatico del mondo facendomi letteralamente spaccare dal ridere. E' incredibile, la telecamera dovrebbero puntargliela addosso quando spara tutte quelle cazzate, altro che tenerla in spalla. Il compagno di viaggio ideale. Con l'esclusione di tutte le ragazze non fidanzate presenti, è il compagno di stanza che avrei scelto anche a posteriori.

_Ok: adesso i Placebo mi hanno veramente rotto i coglioni, mi sono dato agli Interpol, e il mio capo si è accorto che ho Outlook aperto dalle 10 di stamattina. Prima che mi licenzi, voglio chiudere questa mail.

_Alle 5:30 decidiamo di andarcene, ovviamente mi commuovo, quando Laura dice "vevojobbene", abbaccio lei e poi Paolo più forte che posso, perché me ne porterei anche a casa un pezzetto se potessi.

_La nostra sorte è affidata a Kilroy, un uomo apparentemente finito e sfinito, che invece ci conduce egregiamente in giro per Firenze, illustrandoci le meraviglie locali. Difficile star dietro a quel che dice, soprattutto con Fabio che non smette un secondo di farci spaccare dal ridere, ma alla fine, dopo circa 35 minuti, arriviamo a destinazione, sani e salvi, grazie a Stefano.

Sabato 28

_E' finita davvero, io e il Selvafiorita ci dirigiamo alla stazione affollata, dove prendiamo treni in direzioni opposte. Mi consola davvero il fatto che almeno lui è di Milano, e che potrò vederlo un po' più spesso degli altri.

_La mia destinazione è il mare, dove mi aspettano gli amici di sempre, che mi porteranno poi a casa Domenica, e a cui ho intenzione di raccontare quel che posso dei quattro giorni supersonici. A loro è andata peggio che a voi, anziché leggere han dovuto ascoltarmi.

_Adesso sono in ufficio, continuo a pensare a tutti voi, anche a quelli che non ho nominato, a Mario Biserni, devoto ascoltatore che ci ha accompagnati con una incessante pazienza in queste giornate, una presenza calmante e rassicurante che sembrava dare un senso più compiuto a tutto, un modo per scacciare dalla mente il dubbio, ogni tanto, che quello fosse solo il nostro piccolo mondo.

Per adesso, come è successo a Laura, quel mondo durato tre giorni ha lasciato traccia nei nostri sogni, vediamo che succederà.

Ora crollo, e vado a casa. Sono licenziato.

Hue, 30.06.2003