[reviews] afe100cd
logoplasm: testa piena d'orche

 
rocklab []
webzine, italy, january 2008

Questo disco è incredibile, come incredibile è la carriera dei Logoplasm, presenza intellegibile all'interno dell'underground sperimentale italiano, tenutari dell'ormai defunta S'agita Recordings (tra le cui file spuntano i nomi di Punck, 3/4 Had Been Eliminated, (etre), Ilya Monosov, aal, Fhievel, Kar, Andrea Belfi) e alle prese con un lavoro che tra le altre cose segna l'arrivo delle cento pubblicazioni della Afe Records - da citare la cura e la bellezza dei packaging che curano, come in questo caso -, che a questo punto, insieme a Setola di maiale, assume lo status leggendario di animale mitologico nello spazio delle etichette italiane.

Dicevamo: Logoplasm, Laura Lovreglio e Paolo Ippoliti, duo di Ariccia che scompare tra una multitudine di CD-R registrati appositamente per amici, conoscenti, dispersi tra net-label (segnaliamo la Ctrl-Alt-Canc dove potete scaricare grauitamente il disco gemello di questo lavoro, ovvero "Attimo in un wormhole") e riapparsi dopo lungo tempo con trentacinque minuti di musica, suoni che si legano ai polsi, al servizio di una "architettura dell'interno" esplicata attraverso l'uso di campioni vocali, uso corale delle fonti audio, droni, percussioni.

A metà tra stato di paranoia e rievocazione cognitiva, ad un passo dal collasso nervoso e a braccetto con la catarsi, l'estetica di "Testa piena d'orche" è quella di una musica sinestetica che disegna la figura umana dall'interno di essa, riscrive cognizione e percezione a partire dai tasselli mnemonici: ed ecco voci che scompaiono e fondono nel mix di frequenze ossessive e metalliche, movimenti ancestrali, l'uomo nel mezzo di agenti atmosferici e corporei, un suono cristallino perfino nelle violente incursioni noise.

I campioni usati, i field recordings sono parte di te: lo sono i dialoghi tra amici, lo è un temporale, lo è la ricerca, la confusione, lo è il tuo respiro. Di nuovo i Logoplasm riescono a mettere in musica l'idea di uomo. Fatevi del bene, ascoltateli.

[Giorgio Pace]

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