[reviews] afe50013
aal: urania

 
sentireascoltare []
webzine, italy, november 2007

"Urania", il monolite. Sorta di collected works del periodo 2000-2004. Flusso di coscienza sonoro in cui "memorie, sogni e porzioni di realtà" si sovrappongono sfruttando tutta la sintassi isolazionista, ambient e glitch.

Cinque pezzi facili, si potrebbe dire con cinematografica ironia: 5 CD (più un sesto da richiedere separatamente) per 5 ore di musica in superlativo box cartonato che omaggia l'omonima collana di fantascienza. Dai formative years alla maturità compositiva. Dagli albori delle sperimentazioni embrionali all'elaborazione di un discorso compositivo personale e di una ricerca del e sul suono.

"Urania" viene così ad essere tappa obbligatoria per comprendere il percorso di crescita di una delle più longeve e produttive sigle della sperimentazione elettronica italiana. È un crescendo wagneriano, una marea montante e inarrestabile che sale dalla affascinante naivèté dei primi, incerti passi raccolti in "Disc2", attraversa le stratificazioni concettuali di "Disc3" e "Composita Solvantur" per arrivare alle screziature acustico/digitale di "Delicate Debris" e "Engine Summer".

aal riesce nel tratteggiare paesaggi sonori ora glaciali e inquietanti, ora delicatamente romantici, ora di una mantrica immobilità, sfruttando una tavolozza di colori piuttosto ampia tra pastosi grumi di glitch, lugubri rielaborazioni di sound sources (con "Disc3" che evoca i momenti più spettrali di certi Coil), profonde elaborazioni di suoni acustici ("Delicate Debris").

Ma Valecchi stupisce anche per la maturità dell'impianto concettuale che sottostà alle sue composizioni: "Composita Solvantur", omaggio all'omonimo poema di Franco Fortini, è un gioco di specchi che si manifesta in 4 lunghissime ed (e)statiche suite che sono "descrizioni di uno stesso luogo da angolazioni differenti". Puro, immobile ambient-droning, all'apparenza, in realtà prisma cangiante e mantrico che plasma al proprio volere la materia di partenza. Se non siete saturi d'ambient glaciale e glitch-music minimale portatevelo a casa senza indugi. (7)

[Stefano Pifferi]

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