[reviews] afe076lcd
non ethos: syk asfalt

 
sentireascoltare []
webzine, italy, december 2007

Si attesta su coordinate dark ambient ed elettroacustiche il lavoro di Eugenio Maggi a.k.a. Cria Cuervos. Il suo "Vor Feuerschlünden" è composto da due lunghe suite: nella prima utilizza field recordings e drones dalla alte frequenze per costruire un muro di suono che raggiunge l'apice verso la fine. La seconda traccia esplora atmosfere più tendenti all'isolazionismo, pur non rinunciando a visionari field recordings. A tratti sembra di sentire gli Æthenor di "Deep In Ocean Sunk the Lamp of Light". (7.0/10)

Quiete, quasi assoluta, invece nella "Dark Night" dell'americano Edward Ruchalski, uscita precedentemente per Foxy Digitalis e ora ristampata con una nuova copertina ad opera di Paolo Ippoliti (Logoplasm). Una perfetta colonna sonora per un sogno estivo, un sogno dalle tinte fosche e tenebrose, costruito attraverso i suoni prodotti dai suoi strumenti autocostruiti, ma anche da pianoforti, chitarre, campane e field recordings.

(7.0/10) Non Ethos era lo pseudonimo dietro il quale di celava il norvegese Hærleif Langås, ora attivo come Northhaunt, dedito ad una cupa drone music intrecciata con una fitta dose di isolazionismo. Afe fa' uscire questo "Syk Asfalt" dopo che era circolato solo in una edizione privata a cura dell'autore. Nelle sue intenzioni doveva essere una meditazione sul tempo, sulla vacuità urbana e sulle forze distruttive della natura, e devo dire che la dark ambient che le sorregge rende bene l'idea del concept. Su tutto i magnetici ed ipnotici diciotto minuti di "Isar". (6.5/10)

Per chiudere lo split tra i canadesi The Infant Cycle, ovvero Jim DeJong, e UPhold, ovvero Muffy St. Bernard. Per The Infant Cycle un lungo brano di venti minuti in cui condensa varie manipolazioni di registrazioni fatte in passato, cercando di ricollocarle in un diverso contesto sonoro, mentre UPhold si affida a sintetizzatori campioni per produrre un suono molto cinematografico come ben esemplifica l'ultima traccia in cui è presente un dialogo molto visionario. (6.5/10)

[Nicolas Campagnari]

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