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subinterior: the chrysalis secret

 
taxi driver []
webzine, italy, august 2006

Subinterior è un eccellente artista italiano di dark ambient, con alle spalle già una consistente produzione tra albums e collaborazioni. In questi giorni mi vengono proposti due lavori che lo vedono coinvolto: due CD-R che non posso esimermi dal recensire, nonostante uno di essi abbia ormai più di un anno di vita e nonostante il genere proposto non sia proprio tra i più gettonati in redazione.

In fondo si tratta di musica estrema, non ci sono dubbi. Il primo della lista è uno split recentissimo nato in collaborazione con un altro personaggio della scena suddetta, Andrea Penso, patron della Cold Current e spregiudicato isolazionista sotto lo pseudonimo Selaxon Lutberg. Il tema è l'inverno, la stagione in cui ha avuto luogo questo incontro musicale. Ce ne sarà uno per ogni stagione a venire. Il secondo disco, un full-lenght su Afe Records, è un inquietante concept sulla figura della crisalide.

Da un punto di vista strettamente tecnico i due lavori sono ineccepibili, in quanto sfoggiano una notevole qualità sonora, priva di sbavature o fruscii, e caratterizzata da bassi puliti, profondi e potenti. Musicalmente parlando ci troviamo innanzi ad una proposta decisamente ispirata ai Raison d'Etre del capolavoro "In Sadness, Silence...", vale a dire: cupi drones in lontananze siderali, effetti sonori e field-recordings a tappeto, melodie rarefatte che si susseguono con grande lentezza e in assenza totale di ritmo (oserei dire di tempo).

Rispetto al progetto di Peter Andersson manca la componente industrial-rumoristica, a favore di composizioni ancora più meditative e fluide. Ma non si tratta di una copia carbone del maestro svedese: l'artista milanese assembla superbamente queste componenti infarcendo qua e là con sinistri sintetizzatori una serie di suites talmente ben scritte da gettare persino sul concept del disco inquietanti interrogativi.

E' proprio l'equilibrio formale il punto di forza di Subinterior: i brani sono estremamente coinvolgenti anche nella loro minimale staticità, proprio perchè composti cercando consapevolmente (e ottenendo) la massima resa espressiva che questa nicchia stilistica può offrire. I paesaggi variano inaspettatamente ma gradualmente, e sempre prima che la mente in ascolto possa estraniarsi totalmente per la ridondanza. In sostanza questa è musica molto 'varia', pur mantenendo in apparenza la monotonia di cui necessita il lato funzionale di una musica per ambienti. Un'atmosfera drammatica pervade i due lavori, che a tratti mi ricordano persino le Aghast (ma con un approccio più concreto).

Pur non essendo un cultore, devo dire che si tratta del miglior dark ambient che mi sia capitato di sentire, un superamento qualitativo dei maestri del genere. Acquisto consigliato a tutti, neofiti compresi: un prodotto veramente underground ma dallo spessore incredibile. A questo punto è auspicabile un ulteriore passo in avanti... oltre il muro che fa da confine tra i generi.


[Morgan]

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