[reviews] afe122cd
scum from the sun: scum from the sun

 
kathodik []
webzine, italy, october 2009

Il progetto Scum From The Sun nasce dall'idea del bassista Black Mikey e di Cash (intento a smanettare su sintetizzatori e vari marchingegni elettronici) e và oltre la musica in senso stretto.

Attivo dal 2003 come costola di altri gruppi di area brianzola, il duo esprime la propria arte non solo nella forma sonora tradizionale, ma anche in videoinstallazioni, spettacoli di danza e addirittura audiolibri (partecipando al progetto "Sonora Commedia", una compilation audio pensata come colonna sonora della Divina Commedia).

Una premessa necessaria che ci prepara ad un disco che esula dai normali cliché musicali, ma esplora territori elettroacustici a cavallo tra ambient, doom-metal, noise, post rock e industrial, sulla scia, se vogliamo, dei lavori di Stephen O'Malley.

"Scum From The Sun" è un disco oppresso e opprimente, maleodorante e distruttivo, che si diffonde come una nube tossica che lentamente abbraccia un paesaggio caotico e devastato abbattendo i brandelli di vita ancora vivi in esso, ponendo però le basi per una ricostruzione forse possibile in un futuro lontano. Quaranta minuti di apatia, di dolore asfittico, con rari raggi di luce a squarciare il buio pesante che circonda il cosmo costruito dal duo.

"La caduta prima del distacco" delinea lo sprofondamento negli abissi del male, e lo fa' sulle spalle di un basso ruvidamente iperdistorto di matrice industrial, con una ritmica lenta ma ossessiva e spiriti sintetici che fanno capolino qua e là. Toccando il fondo, con "Caput Corvi" è come se stessimo rimirando gli Inferi: un affresco post-rock ambientale fatto di pennellate morbide ma depresse, un pallore che avvolge il tutto come una nebbiolina grigiastra che tutto nasconde dando però un leggero senso di conforto, come un abbraccio mortale cui aggrapparci per non perderci.

"Eris" (il nome della dea greca della discordia) è una celebrazione del caos come spinta creativa: un marasma inestricabile di droni elettronici pian piano si scioglie e si seleziona, gettandoci in un turbine di suoni cosmici che ci risveglia dopo il torpore mortale in cui eravamo sprofondati. Una scossa necessaria per iniziare a ricostruire dopo aver distrutto: è questo che succede infatti in "Il sorriso della Regina Bianca e il sonno del Re Rosso", ciclico e roboante rito funereo condotto di nuovo dal basso che si innalza monolitico sui brandelli di un mondo appena travolto e sulle cui rovine si stanno gettando le fondamenta per un nuovo ordine cosmico, che un finale freddamente sibillino congela e rimanda ad un futuro che verrà.

Scum From The Sun è un 2001: Odissea Nello Spazio (chissà che effetto farebbe immaginare il disco come colonna sonora del film) in musica: una distruzione che pone le basi per la creazione di un essere superiore che ha da venire e che è prematuro e impossibile descrivere, un "feto delle stelle" o un nietzscheiano "superuomo", definitelo come volete, il senso non cambia.

P.S.: CD inserito in custodia metallica circolare con logo del gruppo stampato sulla facciata superiore: molto sci-fi, ma scelta in linea con la veste sonora.

[Marco Pagliariccio]

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