[reviews] afe092lcd
cría cuervos: vor feuerschlünden

 
sound and silence []
webzine, italy, june 2007

Chi già conosce i precedenti lavori di Eugenio Maggi, in arte Cría Cuervos, saprà anche che c'è stata nel passato una collaborazione con il sottoscritto, e che quindi non mi sarà facile essere obiettivo.

Fatta questa premessa, cercherò di descivere queste due lunghe e pesanti tracce di ottima drone music (non il mio genere preferito, peraltro). Ciò che colpisce all'ascolto di "Vor Feuerschlünden" è soprattutto l'intransigenza sonora della prima traccia, che in un crescendo continuo e lineare accumula frequenze su frequenze fino ad un climax difficilmente sostenibile senza ricorrere alla pavida opportunità di girare in senso antiorario la manopola del volume.

Decisamente, qualcosa di certo non nuovissimo ma estremamente ben fatto, potente e radicale, nonostante (o forse anche in virtù di) una intro di riverberati field recordings che è solo presagio di quanto accade dopo.

Seconda traccia più pacata ma più cupa e angosciosa, anch'essa aperta da (bellissimi) field recordings da foresta tropicale, per poi evolversi in un drone isolazionista ai confini anch'esso con l'industrial, sullo stile di Zoviet France o del Lustmord più ispirato.

Certo molto distante dalla pacatezza in microsuoni di precedenti lavori come "Leitfossilen" (ad oggi il mio preferito tra i dischi di Eugenio), ma del quale conserva l'attenzione ai particolari, e forse vicino alla sua traccia sullo split "The Coldest January" per l'atmosfera greve, certo è un lavoro riuscito e maturo che soddisfa sia gli amanti del noise che quelli della drone music più cupa.

Io, personalmente, da fighetto ammorbidito quale sono, ne apprezzo soprattutto i momenti pacati di 'alleggerimento' alla fine delle due tracce, splendidi e quasi rassicuranti con il loro dissolversi in suoni rarefatti e puliti.

[Matteo Uggeri]

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