E’ la curiosità a guidare i passi di Adriano Scerna (Anofele), Paolo Ippoliti e Laura Lovreglio (Logoplasm). E dalla necessità di documentare e riportare alla luce scaturisce questo "Gravescapes", reportage sonoro in tre passi e tre anime, sorta di concept per mani, piedi, ossa, pietre e silenzi.
Partire da un cimitero abbandonato, dissotterrare, scoprire, scavare, graffiare e nel mezzo ("Track #2") profanare; probabilmente nessuna opera fino ad ora aveva immerso mani e testa nella terra come succede in questo disco.
Ai due estremi i frutti della profanazione, ovvero la ricodificazione del suono. Nasce così, da parte di Anofele, una sintesi di territorialità umananizzata, ovvero costituita dall'accomunanza di gesti e suoni ripetuti in circolo e riordinati secondo una precisa legge di scoperta e soprattutto di natura.
La stessa legge che compenetra nei Logoplasm (qui nella loro prima uscita dopo la chiusura della loro S'agita Recordings) e ne fa' creatori / spettatori di un crescendo emotivo completamente racchiuso all’interno del corpo.
Tra Tsunoda e Coil, tra la terra e il cervello.
[Giorgio Pace] |