Amon è il nome di uno dei progetti di Andrea Marutti, l’uomo dietro alla Afe Records, etichetta di musica elettronica/sperimentale. "Foundation" comprende la ristampa del primo CD di Amon uscito nel 1996 per Murder Release, e la ristampa del CD-R "Mer", uscito in edizione limitata per la Blade Records nel 2000: c'è qualche minima differenza rispetto agli originali per quanto riguarda i brani, racchiusi in un packaging molto ricercato come vuole la tradizione sia di Eibon e sia di Afe Records, che hanno collaborato per la pubblicazione di questa raccolta.
Poiché queste sono le prime uscite con questo nome, risulta più facile afferrare il filo del discorso di Andrea Marutti, qui presentato in tutta la sua semplicità ed efficacia, ovverosia in tutta la sua stupefacente atemporalità. Il suono è omogeneo e i singoli drone ed effetti che vi galleggiano producono quelle minime increspature che differenziano e danno un’identità a ciascuna traccia.
Amon è dunque elettronica essenziale, spesso inserita in un contesto dark ambient, ma che forse si abbevera solo alla stessa sorgente di questo genere, perché si colloca in un punto d’incontro tra certo industrial e sperimentazione elettronica, risultando solo in un secondo momento - e quasi per deduzione - adatto alla sensibilità ad esempio di un fan della Cold Meat.
Nonostante sia fuori di dubbio cupo, si appoggi su drone, basse frequenze e viva grazie a tempi dilatati al massimo, Amon è infatti privo di elementi "gotici" (campane, cori monastici…) e "horror" (i rigurgiti infernali e cavernosi di Lustmord), piuttosto possiede la capacità di evocare atmosfere allo stesso tempo arcane, come il nome suggerisce, e fantascientifiche (il concept si basa sull’archeologia spaziale), quasi fosse la colonna sonora di film come "Solaris", "Odissea Nello Spazio" o il più recente "Sunshine" di Danny Boyle.
Forse per questo è spontanea la ricerca di affinità elettive – e non solo – con la kosmische musik, ma anche – per quanto mi riguarda - con i Contrastate, gruppo inglese capace di creare un sound ipnotico, primordiale e sospeso, per questo anch'esso ricordato soprattutto dal pubblico industrial-dark ambient, pur trovandosi in una zona intermedia dove alcuni cliché non hanno cittadinanza.
Chiunque sia un minimo avvezzo a questo tipo di impostazione musicale non può non raccogliere la sfida dell’ascolto e rinunciare al recupero di questa raccolta.
[Fabrizio Garau] |