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the impossible flower: roots and fruits

 
sentireascoltare []
webzine, italy, february 2007

Il fiore impossibile che da il nome al progetto musicale di Andrew David Daly è preso da una storia immaginaria; unico vegetale sopravvissuto ad un olocausto nucleare, inizia a far germogliare semi di tutte le piante al fine di ripopolare la natura circostante.

Musicalmente "Roots And Fruits" procede nello stesso modo. Nel suo DNA sonoro vi sono i codici di musiche eclettiche e diverse, che Daly riesce a condensare in maniera omogenea; i sette pezzi qui presenti sono figli di un sapiente intreccio tra elementi acustici (chitarra in primis, ma anche piano) ed elettronici.

Musica sognante ed evocativa, costruita con un processo di stratificazione sonora che non eccede mai il gusto della melodia semplice. L'inizio è pienamente indie-acustico; sia l'opener "Bees And Honey" che la seguente "The Jig" vivono della centralità delle avvolgenti melodie di chitarra.

Mano a mano che si procede nell'ascolto, però, le trame sonore si fanno più lente, quasi si sgranano fino a rimanere polvere sonora di fronte all'ascoltatore. Ecco dunque salire in primo piano sonorità minimali ed al limite dell'astrazione come nella spettrale mini-sinfonia per campanellini ed oggetti metallici di "Tritudal", o nella cinematografica "Recovery Position", pezzo che non sfigurerebbe come soundtrack di un film di Lynch o un remake di American Beauty.

Proprio il cinema sembra essere il referente principale di questa opera, fatta di musica visiva e visionaria, come nel dittico conclusivo: "If We Sing" scivola su un ordito ambient-psichedelico, mentre "Honey And Bees" (contraltare rielaborato dell'opener "Bees And Honey") si muove leggiadra tra arpeggi di chitarra in reverse e voci femminili in lontananza fino ad assumere connotati mantrici.

Un disco di elegante raffinatezza destinato ad un probabile ed immeritato silenzio. Facciamo in modo che non sia così.

[Stefano Pifferi]

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