[reviews] afe049cd
gerstein: here comes sickness

 
onda rock []
webzine, italy, may 2004

Gerstein è una di quelle realtà ultra-underground che da 20 anni, tra penuria di mezzi e un florilegio di idee (dall'ambient industriale dell'album "Phlegmaticus", alle ballate per pianoforte ed elettronica in "Sucker", o il rock-noise di "Burn") impreziosisce all'insaputa di molti la scena musicale italiana.

E come molte realtà nascoste, forse più che dare un giudizio personale, è più importante farle conoscere, stimolare la curiosità e l'interesse per tutti gli amanti della musica che preferiscono qualcosa di nuovo alle solite cose, nonché per tutti gli amanti dell'eclettismo musicale. Dunque, ecco per costoro questa raccolta di inediti e rarità, anziché di successi, in perfetta linea con la condizione di outsider dell'artista.

Diciamo subito che i primi tre pezzi, datati 1990, sono di stampo nettamente wave, ma, mentre "A Fly in My Eye" è più classico, i successivi due conquistano per la loro atipicità, sottolineata dal contrappunto ritmico tra chitarra veloce e voce più "cold" (che, ammettiamolo, non è priva di stonature!).

"Warmth", invece, torna alle sonorità per pianoforte, malinconica ballata con una sorpresa, mentre subito dopo arrivano dei pezzi strumentali d'atmosfera, senza eccessi, e di intermezzo per la nostalgica wave puro stile anni '80 di "Bright Light, Bright Life" (soprattutto nella voce, che ricorda gruppi come Pagan Easter o Front Voices), con pianoforte e basso in primo piano.

"Metal on metal" è un breve interludio industriale, un piccolo collage aggressivo, senza essere violento. Il decimo pezzo è ambient/new wave strumentale, con lunghi suoni simili a respiri e il piano a fare la melodia.

Da qui in poi, il disco prende un'impronta decisamente più "moderna", electro wave influenzata dal noise degli ultimi anni, in stile Bakterielle Infektion, o i gruppi dell'etichetta Planet Invasion, forse meno canonici ma di grande effetto.

"How I Feel" è l'ultimo pezzo, e a detta dell'autore, è un esempio della nuova direzione intrapresa: pop elettronico sofisticato, con echi compositivi di maggior respiro, in bilico tra melodia, semplicità, immediatezza e complesse divagazioni elettroniche.

Il risultato complessivo, che pur nelle sue differenze suona molto omogeneo, è vivamente consigliato a chi non si accontenta dei soliti riff e delle solite soluzioni, ma propone un'ampia gamma di suoni e di trattazioni originali, che potrebbero smuovere più di un scettico. Visto anche il prezzo ridotto, è consigliato dunque a curiosi e veterani dubbiosi.

[Federico Gennari]

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