I poli si invertono. Il sole modifica la sua natura ciclica. Una massa abnorme ed invisibile si muove nel cosmo. L'attrattore teleologico alza la voce liberando i suoi segugi. In tempi di evoluzioni epocali, Marutti e Balbo prendono la navicella e sorvolano la materia, intonando le lingue dell'ultra-passato e dell'ultra-futuro, capaci di restituire dialoghi ancestrali di cui non possediamo memoria.
Che siano due fuoriclasse è una discussione che non prevede dubbi, e nel reciproco donarsi, trovano, qui, una formula subliminale perfetta: elettronica analogica che galleggia tra le stelle, intarsiata da cangianti fremiti krauti ed ambient alieno. Micro disturbi frastagliati, glitch e drone eterei che si scontrano pacificamente in un flusso diretto verso una dimensione altra, in cui cielo e terra si fondono per rigenerarsi.
La grana sonora, isolazionista e totalmente libera nel suo crearsi, evolversi e spegnersi, diventa arte fisica che avvolge l'ascoltatore in una coltre nebulosa fatta di dentro e fuori. La somma delle parti, l'unione di due menti, che diventa qualcosa di nuovo senza snaturarsi, per uno dei migliori dischi di elettronica degli ultimi tempi. La definirei musica dello spirito.
[Stefano Fanti] |