C'è in Mathieu Ruhlmann (al suo secondo disco su Afe dopo "The Earth Grows in Each of Us") una fascinazione per l'oggetto, per la sua ordinarietà e perfino mondanità. Nelle sue mani però questi oggetti puntigliosamente elencati in ognuno dei sei brani, acquistano un'individualità e un carattere altri.
La trasformazione della ruvida materia in suono non è cosa nuova direte, tuttavia il trattamento che il musicista riserva a certi oggetti del quotidiano, vedi un denture cleaner, una lampada, pezzi di metallo e carta, pietre, un macinino, tubi di plastica, oltre che piante secche, pigne, cactus e quant'altro, possiede un tocco lieve e sottile.
Combinato poi al suono di strumenti veri, un ukelin, una shruti-box, e-bow, il tutto acquisisce un nuovo spirito, dove anche l'apparentemente estraneo finisce col diventare in qualche modo familiare. Quasi una scultura sonora. (7)
[Gino Dal Soler] |