Terzo volume di una quadrilogia sugli elementi naturali, "Kapnos" è sostanzialmente l'emanazione di un gruppo di musicisti che rappresenta al meglio la scena elettronica ed elettroacustica nazionale.
In questo lavoro sono della partita Adriano Zanni, Matteo Uggeri, Luca Sigurtà, Luca Bergero, Davide Valecchi, Andrea Ferraris, Fabio Selvafiorita, Paolo Ippoliti, Laura Lovreglio e Andrea Marutti, mentre manca a questo giro Maurizio Bianchi, che pure era presente negli episodi precedenti, ma che qui firma comunque le note di copertina.
Nelle parole del non musicista Milanese, molto della natura del disco: "…"Kapnos" adapts the primary condition of solid frequencies and liquid modulations, by improving details of ancient sonorities...".
Ed è proprio sul cortocircuito tra suoni moderni e suggestioni antiche che si regge la musica di "Kapnos", costantemente sospesa in un limbo immacolato e a volte oscuro. Elettronica, passaggi ambientali, accenni di elettroacustica alla Ambiances Magnetiques convivono omogeneamente.
Così si va dalle suggestioni isolazioniste della sesta traccia (a cura di Marutti e Hue) e della terza (di Aal e Punck), alle digressioni lustomordiane della quinta (di Fhievel e Luca Sigurtà), passando per i field recordings suggestivi della seconda (di Logoplasm). Il tutto senza scarti percettivi, come fosse un'opera unica.
A me ha ricordato - per suggestioni e attitudine dei musicisti, più che per sonorità – alcuni lavori della scena elletronica italiana degli anni 70. La qualità dell'album è altalenante, e non potrebbe essere altrimenti, tuttavia vi sono perle di assoluta bellezza che rendono l'ascolto piacevole oltre che suggestivo.
[Antonio Ciarletta] |