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mark hamn: je déchire l'ongle aux criminels

 
onad rock []
webzine, italy, october 2007

Non abbiamo il piacere di conoscere le varie pubblicazioni per net-label di Mark Hamn (al secolo Francesco Giannico, ventiseienne di Taranto), ma questo suo debutto "ufficiale" è, ad ogni modo, sintomatico di un cammino che può già dirsi importante, di una ricerca che va incoraggiata perché, nonostante la maturità artistica sia ancora di là da venire, è pur vero che all'interno del panorama elettronico-sperimentale italiano, il Nostro ci sembra possa tranquillamente meritare un posto di primo piano.

L'uso della chitarra, lo sfondo ambient/elettronico, la tensione verso una sorta di folk post-umano, le screziature glitch costituiscono, dunque, mondi paralleli attraversati da respiri digitali ("Les Justes"), dove la coabitazione tra laptop, field recordings e guitar treatments si fa' metafora di una compenetrazione ideale tra il richiamo della terra (lo scrosciare dell'acqua, gli stridori metallici, le voci fantasma) e le evocazioni digitali che sembrano squadernare, senza alcun timore, senza alcun pudore, il riverbero della memoria lungo qualche sentiero interrotto ("À partir est d'ici la seule solution"). Essenziali, allora, la spazializzazione del suono, lo sconfinamento verso un "oltre" imprevisto, ma carico di misteri inebrianti ("Le besoin de la réflexion").

Giannico ha talento, è evidente. Sa abbandonarsi senza lasciarsi travolgere dalla forza evocativa, dal valore immaginifico del ronzio-tremore di una nube di suono. Ed è in questi momenti ("La charnière du temps") che il disco imbocca definitivamente la strada dell'onirismo più puro e impalpabile, lasciandosi dietro tutte le variazioni-tentazioni "rumoriste", quasi fossero accidenti di un corpo sonoro intrinsecamente impalpabile. Ma in quanto creatura essenzialmente ambigua, "Je déchire l'ongle aux criminels" non può fare, comunque, a meno di mostrare anche il suo lato più disturbante ("Malaises douces", le strutture amorfe e il puntillismo aleatorio di "Le vent fait un tour en dehors à la notification de moi" e, infine, "Automatism de la dernière heur", con miniature ritmiche e mosaici di micro-bolle che sorgono ed esplodono dentro un vuoto pneumatico).

Giannico ha talento, e siamo quasi sicuri che non ci metterà molto a partorire il suo personale capolavoro.

[Francesco Nunziata]

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