[reviews] afe103lcd
mark hamn: je déchire l'ongle aux criminels

 
mescalina.it []
webzine, italy, september 2007

Mark Hamn è lo pseudonimo scelto dall'esordiente pugliese Francesco Giannico, laureato in musicologia con una tesi sulla storia della musica per film, ex chitarrista indie e attivo nell'ambito musicale sia per quello che riguarda la scena artistica sia per l'utilizzo e la sperimentazione sulle tecnologie.

Come detto precedentemente, la carriera di Hamn non comincia con questo disco dal momento che on-line erano già stati pubblicati suoi album, alcuni entrati anche in più ampie compilations.

"Je dechire l'ongle aux criminels" non è un disco da primo ascolto, tende a divenire familiare e coinvolgente dopo un po' di ascolti. Ciò non toglie l'importanza e la portata qualitativamente alta a livello musicale dei brani, e soprattutto non va ad escludere il coinvolgimento successivo, che esercitano alcuni pezzi.

Esempio di questo potrebbe essere la terza traccia "Le besoin de la réflexion", brano ambient (genere in cui Hamn affonda parecchio le mani e a cui si può avvicinare il suo lavoro) che si muove su onde calme ed inquiete, per aprirsi nel finale a piccoli suoni e voci, percussivi o acidi.

L'utilizzo degli strumenti è ben gestito da Hamn che non rinuncia alla sua chitarra, né alla musica concreta, ripresa digitalmente come in "Malaises douces" titolo preso come gli altri dal poeta Arthur Rimbaud. Del poeta francese si respirano l'afflato lirico e l'ambiente malinconico e decadente, quello surrealista, quello delle voci della folla, quello del simbolismo.

La possibilità elettronica e digitale della riproduzione sonora e dell'elaborazione dell'impasto sonoro in alcuni casi permette di sviluppare e stimolare una creatività nuova, un lavoro intelligente e poetico come in questo caso.

L'ambito così elettronico e sperimentale di Hamn non è di facile ascolto ma riesce ad esprimersi in immagini figurative e liriche di non poco valore come in "La charnière du temps" dove la diffusione sonora latente accoglie la melodia di un pianoforte delicatamente evocativo.

"Je déchire l'ongle aux criminels" è un buon lavoro, che si rifa' all'ambient, passando per i clichè degli ultimi brani, grattando e saturando il suono senza arrivare all'estetica industrial di Scanner ma recuperandone lo stesso spirito flaneur.

[Simone Broglia]

<< BACK