Dato che ormai ci hanno marciato sopra un po' tutti sembra quasi grottesco – e quantomeno retorico – parlare di cadavere del rock, di rielaborazioni noise di standard rock, di stravolgimento e strazio e tutto quello che a suo tempo è stato già sprecato per parlare di Skin Graft, Royal Trux, Butthole Surfers e tanti altri.
Quello che qui interessa è constatare come i due corpi morti (al secolo Luca Mauri e Andrea Reali, tenutari del progetto impro I/O e dell'etichetta Ebria) riescano a scavare all'interno del corpo rock fino a stanarne la componente tribale e ritmica, e a trasformarsi con essa: insieme al garage nella prima traccia, al noise nella seconda, all'improvvisazione, di nuovo garage, nella manipolazione ai loop e in reverse.
Il tutto proveniente da una lunga session di registrazione a base di chitarre, sax, basso e batteria poi tagliata in cinque parti e riassemblata/effettata in studio (di questi tempi la pratica di post produzione sembra stia tornando prepotentemente a galla al di fuori dei classici ambiti sperimentali): la musica dei corpi morti è musica liberatoria, assassina, ectoplasmica, devastante; mantrica – nei ventisei clamorosi minuti finali di basso e voce.
Liars, Magik Markers e Hospital approvano pesantemente.
[Giorgio Pace] |