Andy Daly, in arte prima Digital Butter, ora The Impossible Flower, è un musicista scozzese vicino al folle prodigio Frog Pocket, uno dei più bizzarri e interessanti musicisti approdati alla scuderia Afe e oggi pubblicato dalla blasonata Planet Mu.
Al pari del proprio già famoso amico, TIF propone nel proprio vasto repertorio un miscuglio di elettronica moderna ritmata e di gusti vicini all'estetica pop (stile Warp/Aphex Twin, per intenderci) unita all'uso di strumenti convenzionali quali chitarre e violini, a costruire quindi un impianto ricco sia dal punto di vista ritmico che melodico.
Oltre a trattarsi di composizioni piuttosto originali, quelle di questi due signori sono in genere anche tecnicamente notevoli, con violini che danzano su beat sbilenchi e chitarre che si arrampicano tra drill assassini (ascoltate il bellissimo "Caric Kils" di Frog Pocket su Afe, se ancora lo trovate).
Questo "Roots and Fruits" di TIF fa però eccezione, propendendo invece per l'assenza di beat e una maggiore ricchezza in termini di suoni melodici.
Ad aprire, un vero capolavoro, ossia "Bees and Honey", davvero splendida tra arpeggi di chitarra acustica in primo piano e suoni di un'altra chitarra invece assai effettata sullo sfondo, tra echi e delay, che quasi potrebbe veder apparire la voce di Mark Kozelek dei Red House Painters.
Il disco poi procede su questa linea, sebbene prevalgano poi man mano gli effetti sulle melodie, ed è in parte un peccato in quanto il buon Fiore Impossibile ci sa evidentemente fare con gli strumenti, e forse potrebbe prendere coraggio e distribuire meno reverse, flanger e riverberi d'ogni genere, che trasformano le tracce in viaggi psichedelici.
Il tutto rimanda a tratti alle pagine più soft (e comunque valide) dei mai abbastanza considerati Controlled Bleeding, o addirittura a Tom Recchion, quantomeno per le reiterazioni in continuo mutamento.
Splendida anche "The Jig", melodica e sognante, un po' troppo prolissa forse l'ultima "Honey and Bees", dolcissima la breve "Recovery Position", forse un po' fuori contesto il caotico drone in flanger quasi prog di "If We Sing". Nel complesso, un piacevolissimo disco che può rilassare e sorprendere...
PS: in uscita c’è un nuovo CD-R di stampo più ritmico, titolato "Anthophobia". Staremo a vedere. [Matteo Uggeri] |