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Musique
Actuelle
Impressioni di Hue Ecco
il mio resoconto del concerto/rassegna "Musique Actuelle"
di Biella, o meglio, del mio ultimo Sabato. Quasi quasi, per colpa della febbre, saltava la nostra trasferta a Biella. L'ho aspettata con trepidazione per tutta la settimana (ebbene sì, a questo si riducono le mie pulsioni di questo periodo), e la notte prima mi ammalo e rischio di non andare. Alla fine me ne frego, e dopo una doccia per rendermi quantomeno presentabile esco per andare a prendere Amon/Andrea Marutti. Il
viaggio passa in fretta, tra la Milano-Torino e la periferia di Biella
che ci accoglie con una sequela sconfinata di concessionari, centri commerciali,
benzinai, mobilifici, concessionari, centri commerciali... allucinante:
penso se non viene voglia vivendo in posti così di fare musica elettronica...! Andrea, imbarazzato, mi dice "vai avanti tu", così salgo e chiedo ad un omone che fuma se sa dove posso trovare Luca Sigurtà. Ovviamente
è lui. Entriamo,
ed uno dietro l'altro ci stringono la mano individui più o meno già sentiti
nominare, tra cui il gentilissimo padrone di casa, tal Antonio
dello Studio AAA (organizzatore dell'happening assieme a Eels
For Fun/Sigurtà), col quale attacchiamo da subito a parlare di musica.
MS live set Arrivano le 9, comincio a stare davvero male, la quantità di vino e di grappa al peperoncino ingurgitate evidentemente non mi hanno abbassato la febbre. Dopo
parecchie discussioni si decide chi suonerà per primo, ossia Matteo,
che con una groove-box, tastiera e mixer (perdonatemi se non so essere
più preciso sulle strumentazioni, di cui mi intendo quanto un giardiniere)
fa partire una cassa secca, pulita, talvolta un poco sbilenca e accompagnata
a più o meno rarefatti suoni distorti. E' quella che chiamano electro,
o, come scritto sul flyer, IDM (intelligent dance music). Purtroppo
la platea non si lascia prendere, forse sarebbe stato più gratificante
per MS suonare di fronte a discotecari impasticcati, perché purtroppo
molti dei presenti restano immobili ma non silenziosi, e chiacchierano
amabilmente di cultura, politica e calcio, lasciando la musica dov'é. A
momenti di estrema rarefazione (solo cassa), se ne susseguono altri in
cui il marasma di suoni è notevole e trasciante, ma mai troppo disordinato
(niente breakbeats o cambi brutali).
Fhievel meets Horiko "Il silenzio appoggiato a un vetro" Dopo di MS tocca a Fhievel, coadiuvato dal video del suo amico ed ex-collaboratore musicale Davide/Horiko. Il titolo della performance multimediale è il bellissimo "Il silenzio appoggiato a un vetro", ed a ripensarci oggi, è parecchio azzeccato. Non
solo perché mi vengono in mente metafore e riferimenti tra i suoni stridenti
ed acuti di Luca ed il suono del vetro graffiato, né perché le
immagini di Davide sembrano (anzi: sono) realizzate filmando il
vetro dello schermo televisivo, quanto perché l'effetto dell'insieme è
davvero in sintonia con il titolo. Contemporaneamente le immagini sfocate, astratte, confuse del video scorrono, indipendenti dalla musica (e questo me lo hanno raccontato gli autori), realizzate in luoghi e momenti diversi, senza reciproca influenza. La cosa strabiliante è che immagini e suoni, in più momenti, sembrano invece procedere parallelamente, coordinarsi, ed a pensarci bene la cosa non è così assurda, dato che sembrano fatti in qualche modo per stare assieme (il video di Horiko e la musica di Fhievel, non Davide e Luca :-). I
loro tempi, i lievi movimenti che li contraddistingono, segni astratti
nel tempo del suono o nello spazio/tempo dello schermo, si adattano gli
uni agli altri, come due disordini in armonia. Sarò pazzo, ma ho percepito
dell'armonia nella loro piccola arte. Durante il concerto i suoni da un certo punto in poi si fanno più intensi, più continui, avvolgenti, e mi lascio catturare da essi, mentre la febbre raggiunge livello 38 ed anche le orecchie, dopo il naso, si tappano, privandomi di alcune frequenze.
Kzunonove "Nature umane induztriali" Adesso tocca a Kzunonove, ossia Cristian - pardon! - Kryztian, che ama firmarsi così perché predilige le forme affilate e spigolose di Z e K a quelle più curve e dolci di S e C. Visto
anche il suo aspetto, mi attendo una musica devastante, cose mooolto noise,
power electronics alla Whitehouse o Controlled Bleeding,
ma a dire il vero c'è qualcosa nel suo modo di fare, nella sua voce bassa
e calma, che mi fa invece pensare che forse la sua musica non sarà così
terrificante. Alla
musica si accompagna un video girato in vecchie fabbriche abbandonate
delle periferie Biellesi, tanto squallide quanto affascianti. A differenza
del video di Horiko, qui le immagini sono riconoscibili, anche
se si fanno quasi surreali per via del senso di decadenza e morte che
comunicano quelle macerie abbandonate. Comincio a pensare che il titolo
"Nature umane induztriali" sia azzeccato anche qui, anche se
proporrei un più radicale "nature dis-umane" o "non più
umane". Ad un certo punto abbasso lo sguardo, anche perché il video è finito e riparte da zero, e Kryztian, dietro il suo PC, non sembra fare molto più che far partire brani già precedentemente strutturati, e mi distendo definitivamente. Mi
sento quasi bene, questo tipo di musica (un po' Cold Meat Industry,
per chi conosce il genere), mi ricorda parecchio i Leak ed altri
ascolti industrial-ambient che hanno lo strano potere di portare in me
una calma forse un po' cupa, rassegnata, ma pacifica.
Luca Sigurtà / Manuele Cecconello "Terre / Ex-terre" Siamo
alla fine; tocca a Sigurtà, che è palesemente tesissimo. I
suoni sono questa volta gentili, lievi, rumorosi quanto basta a renderli
interessenti ma non fastidiosi, ed anche in questo caso si coordinano
egregiamente col filmato, fatto di bianchi e neri girati in esterni un
po' vuoti, dove alberi, strade e rotaie diventano i soggetti statici ma
animati delle immagini. Sarà per la mia indole malinconica, sarà perché amo i Cure, ma è come una piccola preghiera, una goccia d'acqua nella bocca di un assetato; lo ammetto, ne avevo bisogno, avevo bisogno di qualche goccia di melodia e di voce, e trovo che Luca abbia trovato con questo brano (che poi scoprirò essere "Videotape Machine" su "La sindrome di Stoccolma"), una maniera straordinaria di inserire due elementi così, in un contesto come questo, facendoli emergere, per pochi istanti, in mezzo a tutto, con splendido equilibrio.
Fine Finisce anche questa performance, finisce il concerto, ma non ancora la serata, che vede commenti, strette di mano, sorrisi, saluti, spaccio di CD-R come fossero dosi di fumo, con tanti scambi e doni (tutti i musicisti presenti mi regalano almeno un loro CD, sebbene io mi offra di comprarli: prometto di inviare 'roba mia' al più presto). Andrea,
che su invito degli organizzatori ha portato mezza produzione della sua
CD-R label Afe, si trova inchiodato per un po' al banchetto dei
CD dove spettatori incuriositi vogliono sapere tutto sulla mitica scatola
del Teddy Bear. I flier vanno a ruba, e qualcuno (pochi, ma pazienza)
compra perfino qualcosa. Vorrei
ascoltarlo, ma l'influenza mi ha prostrato e dovrò guidare per due ore
e mezza per arrivare a casa, così ringraziamo Antonio e ce ne andiamo,
avendo cura di non far casino perché pare ci sia una vecchina lì vicino
che ha già minacciato più volte di chiamare i Carabinieri. Matteo/Hue |