[reviews] afe093cd
bestia centauri: teratogenesis

 
shapeless zine []
webzine, italy, august 2007

Parlando del nuovo lavoro di Bestia Centauri non si può prescindere dalla metafora del viaggio. Un viaggio ‘e faucibus draconis, e profundis barathri', dalle fauci del drago e dal profondo del baratro, come dicono loro stessi, per raggiungere un luogo (o un non-luogo) che può essere dappertutto, a seconda di cosa riesce a sentirci l'animo dell'ascoltatore.

Ecco, per certi versi è questo uno dei grandi pregi di una musica così minimale, a-melodica e priva di ogni appiglio tipico della tradizione musicale pre-ottocentesca: il silenzio diventa una componente centrale dell'opera, si distruggono i punti di riferimento, ci si immerge in un caos spaventoso di rumori e onde sonore e sta proprio all'ascoltatore decifrare l'opera, riempire i vuoti e trovare un senso personale e profondo. Alla fine, proprio in uno stile musicale apparentemente senza senso, si trova la vera libertà.

Questo lo scoprirono nel ‘900 diversi autori d'avanguardia che, ciascuno nel suo ambito (accademico o meno), disintegrarono ogni forma di preconcetto estetico, portando il linguaggio sonoro ‘oltre'. La dodecafonia di Schönberg o Webern, le sperimentazioni di Stockhausen e Cage, fino ad arrivare ai Tangerine Dream e alla Kosmische Musik tedesca: questi sono i nomi che, sebbene spesso diversissimi tra di loro, hanno fatto sì che la musica moderna arrivasse a delle bizzarre aberrazioni come quelle prodotte da Bestia Centauri.

Non è un caso se il disco si chiama "Teratogenesis", che significa a grandi linee ‘la nascita di un mostro', qualcosa di enorme, di eccezionale, un vero e proprio prodigio, se consideriamo l'accezione latina del termine.

Certo, descrivere questo CD è un'impresa difficile perché c'è poco di tangibile a cui appigliarsi: la materia sonora di Bestia Centauri è composta da tappeti liquidi di sintetizzatore, fruscii, gorgoglii, fino a raggiungere il puro e semplice rumore bianco. Detto così sembra una cosa inascoltabile e, vi assicuro, per certi versi è vero, nel senso che non si tratta di un lavoro per tutti, di facile fruizione. Eppure c'è un fascino incredibile in questa musica: sembra davvero di attraversare dei veri e propri paesaggi alieni, solitari, dimenticati.

Ognuno di voi avrà le sue impressioni personali durante l'ascolto, ma io mi sono sentito ora all'interno di una strana astronave in viaggio attraverso una tempesta elettromagnetica, ora catapultato nelle profondità della terra, tra cristalli opalescenti e silenzi interminabili, oppure sprofondato nei più remoti abissi di un mare extraterrestre, tra rumori ovattati e immagini sconosciute degne dell'universo lovecraftiano.

Io ho visto questo, ma chissà, forse voi avreste sensazioni diversissime e, in fondo, è proprio questo che rende così affascinante questa proposta. Un voto non saprei darlo, ma questo non è importante: ciò che conta è che questo CD è riuscito a comunicarmi, attraverso le più strane forme sonore, immagini e sensazioni nuove e vivide.

Se non avete paura di affrontare una proposta così ermetica e difficile, allora non esitate, abbandonatevi tra le spire di "Teratogenesis" e visitate anche voi mondi lontanissimi e sconosciuti.

[Danny Boodman]

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