[reviews] afe093cd
bestia centauri: teratogenesis

 
audiodrome []
webzine, italy, july 2007

"Con l'aiuto dei computer e dell'elettronica, il compositore diviene una sorta di pilota: spinge i bottoni, introduce le coordinate, e supervisiona i controlli di un vascello cosmico che naviga nello spazio del suono, attraverso costellazioni soniche e galassie che prima avrebbe potuto scorgere solo in un sogno lontano." (Iannis Xenakis)

Le parole di Xenakis, compositore d'avanguardia della seconda metà del Novecento, non si trovano per caso all'entrata del sito di Bestia Centauri. L'idea di viaggio spaziale si collega per forza di cose al moniker e ai Tangerine Dream, altri artisti che devono certo essere stati una delle motivazioni per dare vita questo progetto.

"Teratogenesis" (anche qui l'etimo rivela uno scopo ben preciso) è un tragitto spaventoso attraverso un mondo infinito, che definire "esteriore" o "interiore" è compito di chi ascolta, in relazione alla sua singola percezione: il vascello naviga in regioni buie, costruite attraverso quella che sembra una manipolazione digitale molto spinta di campioni alla cui origine di fatto non è più possibile risalire, se non in rarissimi casi, quando si intuisce che la sorgente sonora "concreta" è un qualche liquido. Il risultato non è mera giustapposizione di suoni trattati, bensì – appunto - flusso continuo, tanto che in alcuni momenti si prova un senso di vera e propria immersione.

"Teratogenesis", dunque, è in potenza cibo prelibato per gli appassionati di dark ambient, in atto invece è più vicino al gusto di chi si interessa alle varie forme di sperimentazione legate alla musica elettronica: di recente, con la stessa qualità fluida e strisciante, si è sentito qualcosa di simile nello split tra Stephen Meixner e Scott Taylor e - soprattutto per quanto riguarda la manipolazione estrema delle sorgenti sonore - da Z'ev nella sua parte dello split con Francisco Lopez.

Va infine assolutamente menzionata la traccia "Nebular Embryo" (autentica spinta a non far prendere polvere sugli scaffali a questo disco), nella quale Bestia Centauri tortura le corde di qualche strumento ad arco e dona così alle sue composizioni magmatiche un tocco di "musica classica", conferendo dissonante solennità a un incubo.

Nota a margine: non è necessario elogiare l'artwork, basta leggere per quali etichette esce il disco.

[Fabrizio Garau]

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