[reviews] afe062cd
punck: nowhere campfire tapes

 
oltre il suono []
webzine, italy, july 2005

Dopo due mini CD-R realizzati tra il 2002 e il 2004, attraverso i quali Punck ha iniziato ad esplorare l'universo della sperimentazione elettronica, giunge ora la prima prova un po' più "impegnativa" dell'artista di Ravenna, nella forma di un primo CD di lunga durata, (56:21, inclusi dieci minuti di silenzio assoluto presenti nella quarta traccia...), interamente autoprodotto con la collaborazione della Afe Records.

In questo nuovo lavoro Punck sembra riprendere il proprio discorso esattamente lì dove si era interrotto con "A Movie Without Images", proponendo nuovamente una "formula" musicale sostanzialmente invariata, basata su situazioni sonore d'impronta piuttosto minimale e para-statica con alternanza di diversi scenari che si compongono ed emergono lentamente in modo equilibrato e discreto, descrivono atmosfere attraverso suoni ben scelti e registrati, facendo leva anche su un buon lavoro di assemblaggio e missaggio delle parti, e tornano quindi a sprofondare nel buio, per cedere il passo al nuovo "capitolo" del libro, o se vogliamo alla successiva scena del film...

Le sonorità, soprattutto quelle d'impronta spiccatamente elettronica, sono spesso piuttosto fredde, taglienti, quasi glaciali (molto in linea con le splendide foto scelte per le grafiche del CD), ma l'efficace mix di tali suoni con substrati sonori più profondi e dettagliate, "vive" e "calde" registrazioni ambientali riescono a restituire alla musica il necessario equilibrio, senza sbilanciare troppo (cosa purtroppo piuttosto frequente in altri CD che mirano a descrivere gelide atmosfere...) verso le frequenze alte e medio-alte il "centro" delle masse sonore proposte da Punck.

Qualcosa che forse ci saremmo aspettati in più, da questa primo CD di lunga durata, è forse un "guizzo" di maggiore fantasia e creatività, giacchè, pur ben costruita, la musica contenuta in "Nowhere Campfire Tapes" sembra spesso suggerire possibili e più intriganti evoluzioni, per poi invece ripiegarsi più "modestamente" su sè stessa, senza trovare uno "sbocco" un po' più deciso, una forma un po' più caratterizzante e, se vogliamo, un po' più "coraggiosa".

Le mie preferenze vanno comunque per i brani "Almost Anything" e "Almost Nothing", mentre ho trovato particolarmente estraneo al contesto globale del CD l'inserto in "Tsunami Notes" di una voce maschile ben intellegibile ma poco espressiva che recita un testo in lingua italiana, scarsamente efficace dal punto di vista prettamente "musicale", nonchè (pur non volendomi improvvisare recensore d'arte poetica...) piuttosto inconsistente nei contenuti e nella forma.

[Giuseppe Verticchio]

<< BACK