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A.A.V.V.: Quit Having Fun - Boring Machines Compilation #1

 
Artist: A.A.V.V.
Title: Quit Having Fun - Boring Machines Compilation #1
Label: Boring Machines [bm011]
Format: 2xCD-R in gatefold cardboard sleeve
Tracks
: 13 + 12
Playing time: 75:17 + 70:36
File under: Experimental / Alternative
Release date: July 2009
 

Track list:

disc 1

01.  ANDREA MARUTTI - A Depressing Study in Wandering Wonders 8:43
02.  FRANGO - As Formigas Incompletas  7:30
03.  INHIBITIONISTS - Lament For D.N.  4:43
04.  ANNELIES MONSERE' - New Home  2:36
05.  ARBDESASTR - Other Floors  5:13
06.  WIZARDS TELL LIES - The Correlator  3:56
07.  LE REVE REVEILLE - L'avenir  7:48
08.  LUST - Illusions  6:03
09.  PHILIPPE PETIT - Needle in Pain  5:30
10.  SPARKLE IN GREY (featuring sounds by MAURIZIO BIANCHI) - The Last Cloud (Live in Graz)  5:36
11.  GENECYST - Untitled31  7:07
12.  KLUGE - Inner Voice  5:40
13.  ROM:U - Better Than a Stick in the I Against I  4:50

disc 2

01.  ARTERIAL RED - Out of the Picture  4:44
02.  CLAUDIO ROCCHETTI - Be Shy!  4:45
03.  IRIS GARRELFS - Beachball  4:21
04.  COMA STEREO - Ghostly  6:11
05.  UNKNOWN CELEBRITIES - Starship  3:53
06.  GULTSKRA ARTIKLER - Mlini  5:02
07.  BEN REYNOLDS - Egypt  7:02
08.  DIE STADT DER ROMANTISCHE PUNKS - Guitar Act 2  10:11
09.  BLACK FOREST/BLACK SEA - Radio Silence, Weightless and Windpower  5:30
10.  COMPRESSION OF THE CHEST CAVITY MIRADE - Didn't  8:51
11.  TELEKASTER - A Shift in Shapes (Praeludium)  6:29
12.  ERIKA M. ANDERSON - Mouth Like the Sun  3:35

 
Press release:

Quit Having Fun: a Boring Machines collections of tracks, 2009.

"I have been passionate about doing mixtapes as a way to communicate with friends different feelings, musical passions or imaginary threads since I was a kid. I always thought compilations where a ready-made manifesto which can describe a feeling, an idea, a thread between something. This compilation is just a collection of tracks submitted by friends I've met during the years and the common thread could be the basic label's aesthetics: quit having fun."
 
Reviews:

La cornucopia che scorre per oltre due ore trova un mood unificante proprio in quell'uscita dal (tunnel del) divertimento di cui nel titolo. Venticinque monadi dall'umore variegato e melanconico, ma di buona stoffa, si tratti di composizioni d'area (ve)latamente ambient (Andrea Marutti, Sparkle in Grey), isolazionismi sperimentali (Philip Petit, Inhibitionists), canzoni anoressiche (Annelise Monserè), folk pressochè apocalittico ma gentile (Black Forest/Black Sea) electro astratta, field recordings trattati (La Reve Reveille). Della partita sono nomi di un certo pregio acclarato (in rappresentanza: Claudio Rocchetti) insieme a protagonisti sotterranei che non (mi) risultano nuovi, accanto a figure (per me assolutamente) sconosciute fino ad oggi (Frango, Inhibitionists, Kluge, Coma Stereo). Maggior pregio dell'antologia è che, da un lato, coglie una coscienza collettiva e, dall'altro, raccoglie brani con una propria identità sonora, un'idea musicale compiuta, come si trattasse di lapidi sgretolate nel cimitero della musica. E l'efficace equilibrio tra elettronico ed acustico, low-fi e rifinitezza stereofonica aggancia l'attenzione.
Dionisio Capuano, Blow Up, October 2009

Ci si chiede spesso se ha ancora senso pubblicare compilation più o meno tematiche nell'era della circolazione infinita delle musiche. La risposta è sovente no, con alcune sporadiche eccezioni. "Quit Having Fun" è una di quelle. Apparentemente senza un filo conduttore che non sia la voglia di riunire artisti amati e amici – non necessariamente apparsi sul catalogo Boring Machines – sotto l'insegna del motto della label che da titolo al tutto, questo doppio CD in edizione cartonata e curata come da tradizione inanella 25 artisti per 143 minuti di musiche sperimentali e fuori asse. Si passa cioè con estrema nonchalance dai flutti droning al field recording più o meno trattato e/o astratto, dall'elettroacustica all'improvvisata più o meno radicale. E il risultato, molto meno disomogeneo di quanto sia lecito attendersi da una compilation che riunisce progetti molto distanti come Arbdesastr e Black Forest/Black Sea o Sparkle In Grey e Ben Reynolds. Un apprezzamento particolare (e personale) va ad un insolito Claudio Rocchetti in vena di nenie sub-atomiche (Be Shy!), alle basse battute atmosferiche degli sloveni Coma Stereo (Ghostly), al crescendo in saturazione di Die Stadt Der Romantische Punks, side project di Jukka Reverberi (Guitar Act. 2) e alle consuete stasi ambientali di Andrea Marutti (A Depressing Study In Wandering Wonders). Insomma, nata come affare di famiglia o quasi, "Quit Having Fun" rischia di diventare il barometro della scena sperimentale internazionale sul finire degli anni 00.
Stefano Pifferi, SentireAscoltare, October 2009

La Boring Machines lancia sul mercato questa compilation in doppio CD per un totale di venticinque tracce di artisti decisamente all'avanguardia. Si parte da un nome che ormai è diventato una certezza: Andrea Marutti, al quale è stato affidato anche il lavoro di masterizzazione. A lui dunque l'onore di aprire questo disco con un pezzo che evoca in noi fin dai primi istanti, sensazioni di inquietudine di un tempo che scorre inesorabile. Facendo qualche salto, si può passare decisamente all'interpretazione di Annelies Monseré che si differenzia per il suono soffice del piano e per la voce corale femminile, intenta ad accompagnare una marcia funebre. Atmosfere più sognanti e romantiche arrivano con Aerbdesastr e la sua "New Home", un pezzo caldo e rassicurante che spezza decisamente dai precendenti brani. La successiva "The Correlator" degli inglesi Wizards Tell Lies è un passaggio fortemente ispirato dove fanno capolino chitarre distorte e tastiere pischedeliche. Il resto rimane in secondo piano. Ascoltando il secondo disco ci si rende subito conto che i due momenti migliori sono rappresentati da Claudio Rocchetti, abilissimo nel manipolare i 'rumori' ed unirli ad una voce tenue, e da Ben Reynolds con la sua "Egypt", dove l'eco della chitarra avvolge una voce sofferente e pungente. Escludendo la traccia di Iris Garrelfs, significativa ma anche nevrotica e difficile da capire, le restanti tracce sono più comprensibili ed alla portata di tutti. Come al solito la Boring Machines si distingue per le confezioni mai banali e di valore. Un disco da inserire nelle vostra collezione, che racchiude svariati stati d'animo in grado di stimolare l'immaginazione delle menti più creative. Decisamente immancabile per coloro che hanno un occhio di riguardo per la musica d'ambiente e per chi ama l'arte contemporanea.
Federica Rocchi, Dagheisha, October 2009

Titolo fantastico per una delle più interessanti compilation sentite di recente, in tempi che – vista la possibilità di ascoltare tutto ovunque – sono ostili a questo tipo di uscite. Rimane il fatto che il gusto e il fiuto di Onga/Boring Machines sembrano eccellenti e che qui dentro - oltre a esserci una serie di nomi che un giorno potrebbero apparire sull'etichetta e che comunque ne rispecchiano bene filosofia intendimenti - ci sono un sacco di potenziali "scoperte" per chi si appassiona alle varie diramazioni della musica ambient e sperimentale, ma non solo. Alcune tracce sono delle chicche e quasi su nessuna è giusto. ***** Disc 1 ***** 01. ANDREA MARUTTI | "A Depressing Study In Wandering Wonders" - Marutti, cioè Afe Records, aggiunge piano e chitarra (grazie ad Andrea Ferraris e Giuseppe Verticchio) al suo caratteristico sound. La produzione a suo vero nome possiede una tristezza indicibile. ***** 02. FRANGO | "As Formigas Incompletas" - Duo portoghese dedito all'improvvisazione e - si direbbe - al drone e al noise con i più svariati strumenti e i più svariati ospiti, regala a Boring Machines questa traccia live liquida, pulsante e ipnotica. Uno dei migliori pezzi della compilation. ***** 03. INHIBITIONISTS | "Lament For D.N." - Inhibitionists è un progetto di Christian Kann (tenutario della label BSBTA), passato attraverso diverse incarnazioni, ma attualmente molto sperimentale e ambient: "Lament for D.N." è dedicato all'amico suicida David Neuer ed si basa su suoni riverberati e confusi, come provenienti (o proprio provenienti?) da un nastro consumato, con il "lamento" di Christian tra l'addolorato e il disturbante. ***** 04. ANNELIES MONSERÉ | "New Home" - Annelies Monseré, belga, è stretta collaboratrice di Jessica Bailiff, una delle divinità del personalissimo pantheon di mr. Boring Machines. Le affinità elettive, in effetti, sono considerevoli: il consiglio è di fissare nella memoria questo fragilissimo brano prima che vada in polvere. ***** 05. ARBDESASTR | "Other Floors" - Paolo Campagnola (voce, synth, elettronica, chitarre) è la mente del progetto Arbdesastr, del quale fa parte anche Eleonora Arici, che si occupa della parte visiva e non della musica, un po' come Sieva Diamantakos nei port-royal. Ed è alle atmosfere elettroniche dei Port-royal e dei Japanese Gum che si può accostare "Other Floors", davvero struggente. ***** 06. WIZARDS TELL LIES | "The Correlator" - A eliminare gli zuccheri dalla dieta arriva un bel po' di "Male" a firma Wizards Tell Lies. "The Correlator" è la prima traccia prodotta da questo terzetto e i suoi rintocchi industriali (ma c'è un po' di tutto dentro) promettono bene. ***** 07. LA RÊVE RÉVEILLE | "L'Avenir" - Progetto misteriosissimo, tra riverberi di suoni di carillon e grida di bambini c'è di che aver paura. ***** 08. LUST | "Illusions" - Questo è uno dei brani meno immediati, perché l'artista Manolis Manousakis in questione li unisce alle arti visive. Manca dunque una parte del ragionamento. ***** 09. PHILIPPE PETIT | "Needle In Pain" - Musicista dal vasto curriculum, dona questa "Needle In Pain", il cui titolo è autoesplicativo se si aggiunge da qualche parte la parola drone. ***** 10. SPARKLE IN GREY | "The Last Cloud" (live in Graz) - Gruppo italiano certo originale, gli Sparkle In Grey compaiono con una versione live di “The Last Cloud”, brano dal crescendo commovente. ***** 11. GENECYST | "Untitled31" - Genecyst, progetto italiano già apparso sulla net label Vuoto, offre un drone profondo screziato a tratti con la chitarra. ***** 12. KLUGE | "Field Recordings" - C'è posto per un difficile Kluge da San Pietroburgo col suo assemblaggio di field recordings. ***** 13. ROM:U | "Better Than A Stick In The I Against I" - Più fruibile il mix di chitarra acustica e ambient di Andrea Ferraris a nome Rom:u. ***** Disc 2 ***** 01. ARTERIAL RED | "Out Of The Picture" - Sconosciuto o quasi (MySpace cancellato di recente, pare sia un tizio del Tennesse, ma scritta così pare un romanzetto americano), Arterial Red propone una traccia ambient sconfortante, anche se alla fine si vede una luce in fondo al tunnel (sperando non sia il treno). Altra bomba della compilation. ***** 02. CLAUDIO ROCCHETTI | "Be Shy!" - Sfondo di (apparentemente) field recordings, suono slambricciato di chitarra e il mantra "be shy" di Claudio Rocchetti (anche in 3/4HadBeenEliminated, OLYVETTY, In Zaire, Vrooom!) ***** 03. IRIS GARRELFS | "Beachball" - Si legge che Iris sia la Diamanda Galas del glitch, e in qualche modo la cosa sembra avere senso. ***** 04. COMA STEREO | "Ghostly" - Come nella recensione del loro I Can Programme Myself Whenever I Want To, continuiamo a puntare una manciata di euro sul loro mix di post-rock e musica cosmica. ***** 05. UNKNOWN CELEBRITIES | "Starship" - Anche Unknown Celebrities sembra andare a ingrossare le file degli elettronici retrò. ***** 06. GULTSKRA ARTIKLER | "Mlini" - Dalla Russia un mix di folk ed elettronica piuttosto personale: il pezzo in questione ha qualche cosa del disco solista di Beth Gibbons, ma sembra anche la sigla finale di qualche vecchio telefilm giallo. ***** 07. BEN REYNOLDS | "Egypt" - Ecco, forse quest'improvvisazione chitarristica di Ben Reynolds è trascurabile nell'insieme della compilation. ***** 08. DIE STADT DER ROMANTISCHE PUNKS | "Guitar act.2" - Jukka Reverberi (Giardini Di Mirò) propone un brano solo strumentale e di sola chitarra, tra post-rock e ambient/drone. La bolla sta per esplodere, tant'è vero che questa potrebbe essere una traccia di MGR (Gallagher degli Isis), ma anche di molti altri chitarristi in solitaria sentiti in questi ultimi anni. ***** 09. BLACK FOREST/BLACK SEA | "Radio Silence, Weightless And Windpower" - Questo brano è un buon motivo per conoscere i Black Forest/Black Sea, cioè Jeffrey Alexander (chitarra e elettronica) e Miriam Goldberg (violoncello, voce), un duo che si muove lungo territori ambientali, ma prendendo spunto anche dal folk. ***** 10. Compression of the chest cavity miracle | "Didn't" - Non ho capito nulla della spiegazione di questa traccia di Ezra Buchla (Gowns), devastante nelle basse frequenze. ***** 11. TELEKASTER | "A Shift In Shapes (praeludium)" - Matthias Grübel da Berlino sarebbe chitarra + glitch, ma non copia Fennesz. ***** 12. ERIKA M. ANDERSON | "Mouth Like The Sun" - Chitarrista cantante dei Gowns (vedi disco 2, traccia 10), Erika conclude nella maniera più stralunata possibile la compilation.
Fabrizio Garau, Audiodrome, November 2009

Prima compilation per Boring Machines, e anche se non sono assolutamente un fan della raccolte in genere (per non parlare poi di quanto è impegnativo recensirle rispetto ad un disco "standard"), questi venticinque brani per due CD-R non sono niente male; le sonorità spaziano attorno all'elettronica più o meno rumorosa e/o ambientale, con qualche accenno più rock o folk qua e là, attraverso la scelta di nomi italiani e stranieri sia noti che meno noti, per rendere un quadro abbastanza eterogeneo di musica che tenta quasi sempre di non essere banale e spesso ci riesce. Una doppia raccolta che si presenta subito molto bene grazie alle grafiche di Luca Dipierro e Rachel Bradley, che in pratica si dividono lo spazio e si occupano di metà artwork per uno, ognuno infatti ha spazio per due facciate del digipak e per la grafica sopra ad un CD; altra carta a favore della raccolta è il mastering di Marutti, che pur lasciando ad ogni brano le proprie caratteristiche, rende il tutto ad un livello omogeneo e ciò aiuta molto nella fruibilità dei due dischi nel complesso. Ed è proprio Andrea Marutti a dare inizio alle danze (!?) con un drone addolcito da un pianoforte e da field recordings, uno dei pezzi più riusciti, per poi lasciare spazio a Frango da Lisbona (e in effetti in elettronica "altra" i portoghesi non sono niente male) e di seguito ad un paio di brani di discreta fattura che però letteralmente segano le gambe: l'inquietante e rumorosa Lament For D.N. dedicato da Inhibitionist a un suicida e la depressione della cantautrice "isolazionista" Annelies Monseré; il mood risale con il pezzo di Arbdesastr, con il suo glitch/shoegaze da paura, seguito da Wizards Tell Lies con uno dei brani più belli in assoluto, sospeso tra un inizio "ambientoso" e lo svolgimento più acido e rock... davvero da brividi! Le Reve Reveille si presenta con field recordings e un carillion che come dice il nome fa davvero sognare ad occhi aperti, mentre dalla Grecia arriva Lust, con nella presentazione addirittura una frase di aristotele e un field recording molto "musicale" ed elaborato; Philippe Petit elabora suoni con l'aiuto del suo giradischi per un pezzo pienamente nel suo "standard", freddo e desolato, con tanto di coda rumorosa, mentre Sparkle in Grey condiscono il loro post-rock con suoni di Maurizio Bianchi e l'inedito accostamento dolce/amaro non è niente male! Genecyst prosegue nella commistione di elettronica "scura" e post-rock "cinematico e sognante", mentre Kluge raffredda gli animi con una colata di rumore, come un vulcano che erutti medie frequenze... la fine del primo disco è lasciata invece a Rom:U, per un brano agrodolce di chitarra, laptop e field recordings, composto dal nostro Andrea Romualdo Ferraris probabilmente appollaiato su un albero da qualche parte nel basso piemonte. Nel secondo disco si parte con il pastiche di synth ad opera di Aerial Red, semplice ma sincero, per trovare poi Claudio Rocchetti in full effect alle prese con chitarra, voci ed oggetti con un pezzo che potrebbe uscire dal suo disco su Die Schachtel; Iris Garrelfs invece non mi convince con una cosa definita dalla mia dolce metà come "mosche e moschee", ovvero una combinazione di nenie vocali e ronzio, gli sloveni Coma Stereo invece piazzano la loro vecchia Ghostly, una delle loro cose migliori: rock post ma non troppo, ambientale e tastieroso, con aggiunta di vocoder... nuovo nome per me invece gli Unknown Celebrities, che mescolando new wave e Kraftwerk se ne escono con un bel brano. Preceduto da Gultskra Artikler, che clonando Morricone inventa un'altra colonna sonora per "Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto", purtroppo arriva Ben Reynolds, simpatico inglese fricchettone che tra lamenti e strimpellate di chitarra ci fa passare i sette minuti più lunghi della raccolta. A questo punto non può che farsi valere il nostrano Die Stadt Der Romantische Punks, ovvero Jukka Reverberi che, qui alle prese con lo spettro degli Hood di Rustic Houses Forlorn Valleys, rimescola registrazioni casalinghe nello stile dei fratelli Adams; su tutti svettano poi Black Forest/Black Sea che insegnano, se ce ne fosse ancora bisogno, che quando uno ha classe basta fare le cose semplici per ottenere risultati: lezione che Compression Of The Chest Cavity Mirade non hanno seguito nella scelta del nome della band, ci provano nel pezzo a base di due note due di chitarra, voce filtrata ed effetti ma gli manca la classe... i Telekaster mettono in loop chitarra e violino, ma il drone non convince fino in fondo: impressione che fa pure Erika M. Anderson, che improvvisa direttamente con voce e chitarra effettata un pezzo folk. Insomma, nel disco ci sono parecchie cose interessanti: approfondite l'ascolto dei venticinque pezzi e troverete anche voi nuovi odi/amori.
Emiliano Grigis, Sodapop, November 2009
 
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